Exergame, la riabilitazione diventa un gioco

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La riabilitazione precoce post-operatoria dopo artroprotesi d’anca o di ginocchio è essenziale per la ripresa della mobilità, della funzionalità dell’articolazione e quindi dell’autonomia.
Il percorso riabilitativo, però, può essere faticoso, demotivante e noioso. Per questo l’Istituto di Cura Città di Pavia (Gruppo San Donato) ha introdotto gli exergame nella pratica clinica.

Gli exergame sono videogiochi basati su una tecnologia che rileva i movimenti del corpo e aiutano il paziente a correggerli grazie al biofeedback visivo.
Il loro obiettivo è aumentare l’aderenza ai protocolli riabilitativi e massimizzarne gli effetti, favorendo l’incremento dell’intensità del lavoro e della riprogrammazione neuromotoria.
In virtù della loro flessibilità e facilità d’uso possono essere impiegati anche in autonomia a domicilio, dopo un’adeguata preparazione.

Uno studio randomizzato, realizzato presso il dipartimento di Chirurgia Ortopedica dell’Istituto di Cura Città di Pavia guidato dalla prof.ssa Luisella Pedrotti, responsabile dell’UO di Ortopedia, si è posto l’obiettivo di testare l’efficacia di un programma riabilitativo post-intervento di sostituzione d’anca eseguito con exergame, rispetto alla sola pratica fisioterapica tradizionale.
Il lavoro è stato svolto grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Attività Motoria Adattata (LAMA) dell’Università di Pavia.

«Il biofeedback è impiegato in riabilitazione, in ambiti specifici, perché permette al paziente di comprendere meglio come eseguire gli esercizi e correggersi in caso di errore», afferma il dottor Luca Marin del Laboratorio di Attività Motoria Adattata dell’Università di Pavia (LAMA), coordinatore area riabilitativa dell’Istituto di Cura Città di Pavia e alla guida del progetto. «Inoltre stimolano il paziente a giocare ripetutamente per superare il proprio record personale, rendendolo così più motivato e meno incline ad abbandonare la terapia. Inoltre, si può modulare il livello di difficoltà e le performance vengono misurate in real-time».

Lo studio prevedeva una prima giornata informativa e l’assegnazione randomizzata dei pazienti reclutati (età inferiore a 75 anni, assenza di patologie che possano alterare lo schema del passo o la visione o ridurre la capacità di comprensione) a uno dei due gruppi di studio: utilizzatori exergame (GE) e fruitori di riabilitazione con metodologia tradizionale (GC).

Dal secondo al quarto giorno tutti gli arruolati nello studio hanno effettuato lo stesso protocollo riabilitativo con il fisioterapista; il GE ha utilizzato anche il biofeedback visivo fornito da un exergame basato su sensoristica inerziale collegata a un monitor (Riablo, Co-Rehab, Trento, Italia).

«Alla fine dello studio abbiamo potuto rilevare una tendenza, benché non statisticamente significativa, a un recupero più rapido dell’articolarità e delle capacità funzionali nel GE rispetto al GC; la riabilitazione con exergame è risultata più piacevole e motivante per il paziente rispetto ai protocolli fisioterapici tradizionali.
Inoltre, la possibilità di proseguire il percorso di cura a domicilio può rivelarsi determinante per chi è impossibilitato ad accedere all’attività in ambulatorio.
Le potenzialità degli exergame sono ancora poco sfruttate, in realtà, ma credo che in futuro si possano impiegare anche in altri ambiti, come nella prevenzione e nella correzione dei difetti posturali», conclude il dottor Marin.