La gonartrosi è una delle principali cause di disabilità funzionale al mondo, con un’incidenza generale calcolata al 2019 dal Global Burden of Study Disease (Global, regional, and national burdens of hip osteoarthritis from 1990 to 2019: estimates from the 2019 Global Burden of Disease Study) di 18,7 casi ogni 100.000 abitanti. Se si guarda alla prevalenza, questa aumenta con l’età del paziente, attestandosi sul 20-30% negli over 60 e sul 50% negli over 80. Altro dato riconosciuto dalla letteratura è la costante crescita della sua incidenza, dovuta senz’altro all’allungamento della vita media, ma anche a stili di vita e trend che vanno a impattare sulle ginocchia, come la scarsa o l’eccessiva attività fisica.

L’esercizio riabilitativo è visto come strumento per rinforzare il comparto del ginocchio, ridurne il dolore e preservarne la funzionalità. Con l’avvento della tecnologia digitale e della realtà virtuale e immersiva sono nate, e sono tutt’ora attive, molte sperimentazioni di riabilitazione che le utilizzano per i soggetti affetti da artrosi di ginocchio e anche per coloro che sono stati sottoposti a TKA. Gli studi presenti in letteratura forniscono indicazione che questi strumenti riabilitativi siano più efficaci di quelli standard in questo ambito, ma solo una revisione degli articoli già esistenti può fornire indicazioni più precise: ci ha pensato un team asiatico, pubblicando i risultati su Scientific Reports. Alla revisione sistematica hanno partecipato la Universiti Sains Malaysia, la Nantong University (Cina) e la Woosuk University (Corea).

Lo studio nel dettaglio

La ricerca condotta dagli autori ha portato alla selezione di nove studi randomizzati e controllati, per un totale di 473 pazienti, 246 trattati con metodi digitali e gli altri con metodi tradizionali. Il pool preso in considerazione include pazienti con artrosi di ginocchio e pazienti sottoposti a TKA. La qualità degli articoli è stata valutata come generalmente alta, con solo il 9,5% con un elevato rischio di bias. Per quanto riguarda le modalità riabilitative innovative, sei studi si sono concentrati sulla Realtà Virtuale e gli altri tre sulla Realtà Aumentata; differenti i protocolli di intervento utilizzati, anche e soprattutto per la durata, che va da un minimo di dieci giorni a un massimo di dodici settimane. Diversi anche gli outcome analizzati dai lavori: quello più diffuso è il dolore, valutato da sette studi, seguito da equilibrio e velocità del cammino, entrambi valutati in quattro studi, e da range of motion (ROM), valutato in tre.

L’analisi statistica dei dati conferma l’efficacia del trattamento digitale per migliorare l’equilibrio e ridurre il dolore, mentre non sembra incidere su ROM e velocità di cammino. Una sottoanalisi effettuata dividendo i pazienti con artrosi di ginocchio da quelli già sottoposti a TKA indica che gli effetti sul dolore sono maggiori in chi soffre solo di artrosi di ginocchio, senza aver ricevuto una protesi. Integrare i metodi digitali nei percorsi di riabilitazione potrebbe, quindi, portare qualche miglioramento al paziente, soprattutto in termini di equilibrio e dolore.

Limitazioni individuate

Gli autori hanno anche sottolineato una serie di limitazioni degli studi presenti in letteratura, in primis legati al numero di pazienti inclusi, che dovrebbe essere maggiore per dare esiti più forti dal punto di vista statistico. Altro punto da curare maggiormente è la costruzione stessa degli studi, ancora minati da rischi di bias. Capire quali sono i pazienti che possono godere al massimo della riabilitazione con Realtà Virtuale e Aumentata è fondamentale per poter gestire al meglio le risorse e poter garantire a chi soffre di artrosi di ginocchio, o sia stato sottoposto a TKA, l’iter riabilitativo più efficace. 

Studio: Guo L, Li S, Xie S, Bian L, Shaharudin S. The impact of digital healthcare systems on pain and body function in patients with knee joint pain: a systematic review and meta-analysis. Sci Rep. 2024 Feb 9;14(1):3310.