Con riferimento agli anziani, dati nazionali diffusi da Passi d’Argento e riferiti al biennio 2021-2022 parlano del 15% di anziani obesi e del 42% in sovrappeso. Ci sono differenze di carattere regionale: per esempio, in Basilicata gli anziani obesi sono il 20%, mentre in Calabria, Toscana e nella Provincia di Bolzano la percentuale si aggira sull’11%.
L’obesità è nota per i problemi che porta a carico degli organi interni e degli equilibri sistemici, ma ha anche delle conseguenze sull’apparato muscoloscheletrico.
Un recente studio condotto tra Tunisia e Francia valuta gli effetti del problema sui muscoli flessori plantari del piede e sul tasso di sviluppo della forza (RFD) che misura la forza prodotta dal muscolo nei primi 20 millisecondi di attivazione.
RFD e valutazione della funzionalità nell’anziano
Studi in Letteratura sottolineano che l’RDF è una misura fondamentale per valutare la mobilità dell’anziano. Tendenzialmente l’RDF decresce con l’età del soggetto, anche più rapidamente della forza isometrica massima.
Non è ancora noto se, in presenza di obesità, questo parametro cali ancora di più: un dato importante da scoprire, dato che gli anziani obesi sono a maggior rischio di caduta rispetto ai normopeso: ciò è forse dovuto anche alla riduzione indotta alla forza massima dei muscoli plantari flessori.
Il team franco-tunisino intende quindi capire se l’obesità dell’anziano abbia influenze sul RDF e individuare la relazione tra i marker neuromuscolari e la velocità del passo negli anziani con obesità. 42, in tutto, i pazienti arruolati, tutti con sarcopenia: 20, con BMI superiore o uguale a 30, inseriti nel gruppo di studio e 22, normopeso, inseriti in quello di controllo.
Andamento dello studio
Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposto a una serie di test. Il primo riguarda la velocità del passo: i soggetti hanno camminato lungo un corridoio di 14 metri, usando i primi 2 per accelerare e gli ultimi 2 per decelerare. Nel mentre, i ricercatori hanno misurato la velocità del passo dal metro 3 al 13.
Il secondo test riguarda invece la forza esplosiva: dopo una fase di riscaldamento i partecipanti si sono seduti su una sedia, con la schiena ben a contatto dello schienale, e hanno sollevalo la gamba fino a renderla parallela a terra. Durante tutto l’esercizio i partecipanti aveva addosso un dinamometro che ha ha permesso di valutare la forza massimale esplosiva isometrica della gamba.
Ottenuti i dati dei due test, gli autori hanno cercato una relazione. Nel gruppo degli anziani con obesità questa correlazione è apparsa evidente, in particolare tra i parametri neuromuscolari e la velocità del passo: si osserva che negli anziani obesi l’RDF0-50 decresce del 18,4%, mentre l’RDF100-200 del 35,2% rispetto a quello del gruppo di controllo.
Possibili letture del dato
Nella parte dello studio dedicata alla discussione, gli autori sottolineano come l’obesità abbia un ruolo importante nel ridurre l’RDF iniziale, mentre la riduzione di quello più tardo dipende probabilmente dalla sarcopenia già presente nei pazienti.
Vengono poi indicati possibili meccanismi di riduzione dell’RDF dovuti all’obesità, in primis la presenza di tessuto grasso che secerne ormoni e sostanze pro-infiammatorie che vanno a degradare i muscoli più rapidamente di quanto non accada dei soggetti normopeso.
Tuttavia, i risultati ottenuti in questo studio non possono essere generalizzati, perché il campione di partenza è troppo piccolo ed eterogeneo. Tuttavia, lo studio pone alcuni quesiti che sarebbe utile indagare ulteriormente.
Studio: Ferhi H, Magtouf E, Attia A, Durand S, Boyas S, Beaune B, Chortane SG, Maktouf W. Does Obesity Affect the Rate of Force Development in Plantar Flexor Muscles among Older Adults? Sports (Basel). 2024 Mar 25;12(4):89. doi: 10.3390/sports12040089. PMID: 38668557; PMCID: PMC11054987