Studio USA conferma che i pazienti dimessi in giornata possono godere dei vantaggi della riabilitazione a distanza anche nella prima fase dopo protesizzazione di ginocchio.
Cresce nel tempo il numero di pazienti che, dopo attenta valutazione, viene considerato in grado di essere dimesso nello stesso giorno dell’artroplastica di ginocchio.
Tra i fattori valutati vi sono l’età, la funzionalità del passo prima dell’intervento, la necessità di utilizzare ausili per camminare prima dell’intervento, ma anche la presenza di un supporto da parte della comunità o di vivere con un caregiver per il primo periodo postoperatorio.
Al momento i pazienti dimessi nella stessa giornata dell’intervento devono tornare in ambulatorio per la riabilitazione nel periodo successivo, condizione non proprio comoda che potrebbe trovare rimedio nella riabilitazione a distanza.
Uno studio randomizzato dell’Advanced Center for Joint Surgery and Northside Hospital Forsyth di Cumming (Georgia, USA) confronta gli esiti ottenuti con la riabilitazione ambulatoriale e quella da remoto in pazienti sottoposti a protesizzazione totale di ginocchio e dimessi in giornata. In tutto sono stati inclusi 191 pazienti nello studio, pubblicato su The Journal of Arthroplasty.
Lo studio
I pazienti inclusi nel lavoro sono stati sottoposti a una serie di valutazione prima dell’intervento e a sei settimane dalla sua esecuzione: range of motion articolare, test timed up and go (TUG), test di velocità sui 4 m.
Il dolore è stato invece valutato con una scala numerica prima dell’intervento, a 6 e a 12 settimane. La soddisfazione del servizio, invece, è stata valutata a 6, 12 e 52 settimane.
Per concludere, i partecipanti hanno risposto a una serie di questionari prima dell’intervento e poi ancora a 6, 12 e 52 settimane: il Veterans Rand 12 Item Health Survey (VR-12 MCS/PCS) e il Knee Injury and Osteoarthritis Outcome Score (KOOS, Jr.).
Dei 191 pazienti di partenza, 76 sono stati seguiti con un programma di riabilitazione da remoto, mentre i restanti 95 sono andanti in ambulatorio per sessioni in presenza.
Il confronto dei diversi parametri presi in considerazione, nei diversi tempi del postoperatorio, non mostrano particolari differenze nei successi raggiunti dai due gruppi di pazienti, il che indica la riabilitazione a distanza come efficace anche nella fase iniziale del postoperatorio.
Alcune differenze, però, esistono. I pazienti che sono stati seguiti in ambulatorio hanno dovuto spendere 462,8 dollari in media per lo spostamento, che a sua volta ha richiesto circa 133 minuti in tutto. Soldi e tempo che, invece, i pazienti seguiti da remoto hanno potuto dedicare ad altro.
A questi vantaggi per il paziente se ne aggiungono poi anche per gli ospedali che possono gestire meglio le proprie risorse interne se riescono a esternalizzare la riabilitazione di quei pazienti che possono gestirla da remoto da casa, con la supervisione di uno specialista o mezzi altri, come app o piattaforme riabilitative.
Via via che la popolazione invecchia le esigenze riabilitative aumentano, ma spesso le risorse umane impiegate restano le stesse, se non diminuiscono. La riabilitazione da remoto potrebbe essere una soluzione da tenere presente.
Studio: radbury TL, McConnell MJ, Whitacre D, Naylor B, Gibson B, DeCook C. A Remote Physical Therapy Program Demonstrates Similar Outcomes Compared to In-Person, Supervised Physical Therapy after Same-Day Discharge Total Knee Arthroplasty: A Randomized Clinical Trial. J Arthroplasty. 2024 May 18:S0883-5403(24)00512-6. doi: 10.1016/j.arth.2024.05.040. Epub ahead of print. PMID: 38768768