È noto che la menopausa porta con sé un indebolimento della struttura ossea legato a un depauperamento del calcio e, a lungo andare, ciò determina una fragilità ossea che favorisce le fratture.
Negli ultimi anni è stato dimostrato che l’esercizio fisico – in particolare un’alternanza di esercizio aerobico e ad alta intensità – può agire nel contrastare l’osteoporosi.
Questa tipologia d’intervento, però, è inadeguata per le donne più anziane, perché aumenta il rischio di lesione: ecco allora entrare in scena l’allenamento vibratorio, considerato efficace per prevenire e rallentare il processo osteoporotico.

In questo caso, basse ampiezze di segnale unite ad alte frequenze consentirebbero di rinforzare la muscolatura, controllare la postura, migliorare l’equilibrio, favorire la formazione di nuovo osso e migliorarne la densità e migliorare la circolazione sanguigna.

Un team cinese ha deciso di avviare una revisione sistematica degli studi presenti in letteratura e incentrati sull’uso delle terapie vibrazionali per l’osteoporosi nelle donne in menopausa (Cao S, Wang Z, Li C, Wang Q. The effect of whole-body vibration exercise on postmenopausal women with osteoporosis: A protocol for systematic review and meta-analysis. Medicine (Baltimore). 2021 May 7;100(18):e25606. doi: 10.1097/MD.0000000000025606. PMID: 33950937; PMCID: PMC8104211).

Sono stati ritenuti validi solo studi in lingua inglese e cinese, presi da vari motori di ricerca: PubMed, Embase, Web of Science, la Cochrane Library, il China National Knowledge Network, Wanfang, Weipu e il China Biomedical Database.
Partendo da questi studi, gli autori hanno valutato la sicurezza ed efficacia di questo approccio basandosi sui valori di densità della colonna lombare, densità del collo del femore, dolore, propensione alla caduta, incidenza delle fratture e vari score per calcolare la qualità di vita.
La review dimostra anche l’alta variabilità dei protocolli utilizzati.
In generale, la terapia vibrazionale sembra portare effetti positivi garantendo la sicurezza delle pazienti: servono tuttavia ulteriori conferme.

Stefania Somaré