Circa il 35% dei pazienti che hanno subito un ictus sviluppano spasticità muscolare entro 6 mesi dall’evento scatenante, soprattutto a carico degli arti superiori e delle mani. Questa spasticità può essere diretta conseguenza dell’ictus, oppure derivare dai fenomeni di plasticità sinaptica messi in essere dal cervello per riparare il danno subito. Soprattutto quando di grado severo, la spasticità può interferire con le normali attività quotidiane del paziente e affliggerlo con dolore.

Diversi gli approcci che si possono utilizzare per rilassare il tono muscolare, dalle iniezioni di botulino allo stretching, dalle onde d’urto alla stimolazione elettrica neuromuscolare. Più di recente l’American Heart Association ha indicato la terapia vibratoria come strumento non invasivo per lavorare sulla spasticità in questi pazienti. Ecco, quindi, che un team di ricerca giapponese ha subito sperimentato la terapia su 27 pazienti. Lo studio, considerato pilota, è pubblicato su Scientific Reports

Schema dello studio

A effettuare il trattamento sono stati terapisti occupazionali appositamente formati. Primo passo la misurazione della spasticità, compiuta con la Modified Ashworth Scale (MAS); questa è stata applicata 3 volte, ovvero prima e dopo il trattamento e poi successivamente, dopo che il paziente ha compiuto una flessione volontaria delle dita.

Ogni paziente ha ricevuto 3 trattamenti da 5 minuti una volta al giorno per 3 giorni consecutivi. Quali sono questi trattamenti? Stretching del polso e dei flessori delle dita, terapia vibratoria al tendine del polso e ai tendini dei flessori delle dita e terapia vibratoria al ventre muscolare dei muscoli flessori del polso e delle dita. Durante la terapia vibratoria gli autori hanno utilizzato un apposito device per tenere il braccio alla massima estensione. Alla fine gli autori hanno messo a confronto gli effetti dei 3 metodi sulla spasticità di polso e dita della mano.

La terapia vibratoria funziona se applicata al tendine

Secondo questo studio iniziale, la terapia vibratoria darebbe risultati migliori, in termini di rilassamento muscolare, se applicata al tendine del muscolo spastico. Tuttavia, ciò è vero solo per i muscoli flessori delle dita. Gli autori, infatti, non trovano differenze tra stretching e terapia vibratoria per quanto riguarda invece il muscolo flessore del polso. Per confermare questo risultato, sarebbe utile ripetere lo studio su un numero maggiore di persone.

Il team di ricerca afferisce a diversi istituti giapponesi: l’Itami Kousei Neurosurgical Hospital, l’Osaka Metropolitan University e il Tsukazaki Hospital.

Studio: Takeuchi, K., Takebayashi, T., Hanioka, D. et al. Comparison of tendon and muscle belly vibratory stimulation in the treatment of post-stroke upper extremity spasticity: a retrospective observational pilot study. Sci Rep 14, 4151 (2024).