Studio tedesco individua fattori prognostici positivi e negativi relativi l’esito del percorso fisioterapico. Importante l’aspetto psicologico.
La spalla può essere interessata da diverse malattie, tutte accomunate da sintomatologia dolorosa, motivo per cui il dolore di spalla è particolarmente diffudo tra la popolazione generale.
Dati dell’Istituto Superiore di Sanità indicano in 1/3 la frazione di popolazione adulta che soffre di male alla spalla almeno una volta nella vita. Sopra i 50 anni le due condizioni più frequenti sono lesioni alla cuffia dei rotatori e capsulite adesiva, mentre tra i giovani sono più frequenti instabilità di spalla e disfunzioni all’articolazione acromioclavicolare, entrambe dovute spesso all’attività sportiva.
La riabilitazione gioca un ruolo principe nei percorsi terapeutici dedicati alla spalla, ma non sempre porta i risultati sperati: addirittura sarebbero quasi 3 su 4 i pazienti che continuano a lamentare dolore a un anno dall’inizio dell’esercizio terapeutico.
Esistono studi di letteratura che cercano di individuare fattori prognostici per capire quando un paziente godrà della riabilitazione e quando no; per ottenere risposte più chiare, un team di ricerca tedesco ha condotto una seconda analisi su un gruppo di 90 pazienti con sindrome da dolore subcromiale già parte di un precedente studio randomizzato del 2014 e sottoposti a fisioterapia.
Alcuni fattori prognostici
Gli autori hanno sottoposto 2 questionari ai 90 partecipanti originari a un anno di follow-up, ottenendo risposta da 87. I questionari sono: lo SPADI, nella sua versione tedesca, capace di valutare tanto il dolore quanto la funzionalità di spalla; il PGCI, che si concentra su cambiamenti nella percezione dei pazienti.
I risultati dei test sono stati quindi analizzati statisticamente, insieme ad altre informazioni inerenti i pazienti, per individuare possibili fattori predittivi.
In reale gli autori partono già prendendo in considerazione 5 fattori, evidenziati in alcuni studi di letteratura, ovvero età, score di dolore, score di disabilità, da quanto tempo il paziente lamenta male e quali aspettative ha dal percorso riabilitativo.
Lo studio individua in tutto 2 fattori prognostici positivi e 3 negativi. I primi 2 sono alte aspettative all’avvio del percorso e cambiamenti rapidi negli score di dolore e funzionalità: insieme i due fattori sostengono i paziente nel percorso, favorendone impegno e determinazione.
I fattori negativi sono, invece, maggiore disabilità di base e alti livelli di dolore, uniti a tendenza a evitare la paura del fallimento.
Le possibili conseguenze cliniche
Partendo dal presupposto che i risultati individuati da questo studio vanno confermati in altri lavori, come indicato dagli stessi autori, è possibile avanzare delle ipotesi sul loro impatto nella gestione clinica della sindrome dolorosa subacromiale.
Per esempio, sarebbe interessante capire come aumentare le aspettative dei pazienti prima dell’avvio del percorso fisioterapico e come lavorare per ridurre gli atteggiamenti di evitamento: già solo in questo modo sarebbe probabilmente possibile rendere più efficaci i percorsi riabilitativi.
Come lavorare su questi aspetti dovrà essere oggetto di un altro studio.
Lo studio: Kromer, T.O., Kohl, M. & Bastiaenen, C.H. Factors predicting long-term outcomes following physiotherapy in patients with subacromial pain syndrome: a secondary analysis. BMC Musculoskelet Disord 25, 579 (2024). https://doi.org/10.1186/s12891-024-07686-6