La letteratura ha dimostrato che la riabilitazione robot assistita può portare grande vantaggio ai pazienti che hanno subito un ictus. In Italia il tema è stato trattato nel corso della conferenza di consenso CICERO, il cui obiettivo era valutare l’efficacia di questo tipo di riabilitazione in una serie di condizioni cliniche di origine neurologica, ictus incluso. CICERO, per esempio, ha confermato l’efficacia del sistema robotico nel migliorare equilibrio e passo dei pazienti con ictus. Nulla è stato detto in riferimento all’arto superiore.

Si focalizza, invece, sull’arto superiore un recente studio dell’IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi di Firenze, pubblicato su Neurorehabilitation, nel quale ci si concentra però sull’efficacia di un percorso robotico personalizzato rispetto a uno standard. La potenza del robot riabilitativo è, infatti, quella di poter modificare intensitĂ  di allenamento, supporto, forza e così via in base alle reali necessitĂ  del singolo paziente, in un percorso che diventa altamente personalizzato.

Il confronto è stato effettuato a posteriori, osservando gli esiti ottenuti su 81 pazienti, 49 seguiti con un protocollo personalizzato e i restanti 32 con uno standard. Gli outcome clinici selezionati dagli autori sono il Fugl-Meyer Assessment for Upper Extremity (FMA-UE), il Motricity Index (MI), il Barthel Index modificato (mBI) e il Numerical Rating Scale (NRS), misurati prima e dopo l’intervento riabilitativo.

Strumenti utilizzati

Il team ha lavorato utilizzando gli stessi strumenti su tutti i pazienti coinvolti, ovvero: il robot-riabilitativo MOTORE, usato per gomito e articolazione scapolo omerale; Amodeo, un robot end-effector, sviluppato per la riabilitazione sensomotoria di mano, dita e pollice; il device elettromedicale Diego, capace di compensare la gravitĂ  durante la riabilitazione dell’arto superiore, unilaterale o bilaterale; il device basato su sensore Pablo.

I fisioterapisti esperti di questi robot hanno selezionato 4 parametri su cui lavorare: range of motion, forza, dolore e spasticitĂ ; con il tempo hanno imparato a utilizzare i dispositivi in modo personalizzato, per raggiungere il massimo beneficio per ogni paziente. 

Risultati ottenuti

Lo studio valuta gli effetti dei due tipi di riabilitazione robot-assistita operando un confronto interno a ogni singolo gruppo e, successivamente, un confronto tra i due gruppi. L’analisi intragruppo permette di evidenziare i parametri che migliorano maggiormente con l’esercizio robot-assistito, ovvero la funzionalitĂ  (FMA-UE), la motricitĂ  (MI) e l’efficienza nella vita di tutti i giorni (mBI). Non si hanno, invece, evidenze per il dolore.

Se si osserva l’andamento di questi indici tra i due gruppi, ovvero sperimentale e di controllo, si vede che nel primo i miglioramenti di FMA-UE e MI sono superiori, mentre non ci sono differenze per il mBI. Gli autori concludono che un protocollo personalizzato può portare migliorie al percorso riabilitativo, anche con l’uso di robot.

Studio: Pavan A, Fasano A, Cortellini L, Lattanzi S, Papadopoulou D, Insalaco S, Germanotta M, Aprile I. Implementation of a robot-mediated upper limb rehabilitation protocol for a customized treatment after stroke: A retrospective analysis. NeuroRehabilitation. 2024 Mar 5. doi: 10.3233/NRE-230367.