Nel 2016 la Società Scientifica internazionale sul Trattamento Ortopedico e Riabilitativo della Scoliosi ha pubblicato le sue ultime linee guida sull’approccio conservativo alla scoliosi idiopatica, fornendo 68 raccomandazioni su temi differenti, 12 delle quali dedicate all’uso di esercizi fisioterapici specifici (PSSE) per prevenire il peggioramento della curva scoliotica.

A distanza di quasi 10 anni la ricerca scientifica prosegue, anche per migliorare sempre più le linee guida e l’approccio terapeutico alla patologia che colpisce in media 2-3 soggetti ogni 100, mentre solo 0,5 su 100 se si parla di curve gravi.

Un recente studio greco si concentra, per esempio, sull’uso dei PSSE per evitare che curve scoliotiche sotto i 25° peggiorino fino a necessitare il corsetto. Per la precisione, il metodo studiato consiste di esercizi PSSE elaborati a partire dal metodo Schroth, comprendenti autocorrezione 3D, respirazione correttivi, attività quotidiane, auto-elongazione.

Il metodo prevede, inoltre, una nuova classificazione delle curve scoliotiche, che diventano 8. Per capire quale curva sta trattando il terapista deve seguire un algoritmo ad albero e rispondere a 3 domande: c’è una scoliosi toracica strutturale? come sono ruotate le pelvi in relazione al tronco sul piano frontale? è possibile effettuare una sovracorrezione per la curva principale?

Le prime due risposte possono essere date con l’osservazione clinica, ma la terza richiede una lettura radiografica. Pubblicato sull’European Journal of physical and rehabilitation Medicine, lo studio vede coinvolti i Dipartimenti di Fisioterapia della Schroth Scoliosis and Spine Clinic di Atene e dell’International Hellenic University e il Dipartimento di Medicina dell’University of Patras.

Il protocollo di lavoro

L’introduzione di una nuova classificazione nel metodo Schrotr porta a un cambiamento negli esercizi proposti. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a radiografia, misurazione dell’angolo di Cobb e classificazione della propria curva secondo il nuovo metodo.

Per ognuno è stato elaborato un piano di esercizi di autocorrezione in 3D personalizzato, composto di elongazioni, rinforzi asimmetrici sagittali, correzioni sul piano frontale e anche mobilizzazioni da parte del terapista.

Anche il respiro gioca il suo ruolo, con esercizi correttivi che vanno a espandere le aree collassate durante l’inalazione e a mantenerle durante l’esalazione. Anche l’attivazione muscolare viene usata per correggere la curva e per questo l’attivazione viene incrementata con apposite tecniche durante l’espirazione.

I pazienti hanno svolto 5 sessioni settimanali della durata di circa 30 minuti a casa, dopo averne seguita una di 55 minuti supervisionata.

I risultati ottenuti sono positivi

Sono 168 gli adolescenti ad aver partecipato allo studio, tutti con angolo di Cobb inferiore a 25°. A questi se ne aggiungono altri 58 casi rivalutati retrospettivamente, sottoposti a percorsi più generici o lasciati senza esercizi, utilizzati come termine di confronto. Outcome sono il tasso di progressione della curva, il numero di corsetti prescritti e la compliance. Andiamo con ordine.

Tra i pazienti trattati con il metodo PSSE-Schroth il 63% è rimasto stabile, il 23,9% ha visto migliorare la propria curva e solo il 12,9% è peggiorato. Nel gruppo di controllo, al contrario, lo 74,1% dei soggetti era peggiorato. Per quanto riguarda il corsetto, solo il 9,8% ne ha avuto bisogno, mentre la compliance è stata generalmente buona, con solo il 19% dei partecipanti ad aver aderito poco al protocollo di allenamento.

Gli autori concludono sottolineando la bontà del metodo proposto.

Studio: Karavidas N, iakovidis p, chatziprodromidou i, lytras d, Kasimis K, Kyrkousis a, et al. Physiotherapeutic Scoliosis-Specific Exercises (PSSE-Schroth) can reduce the risk for progression during early growth in curves below 25°: prospective control study. Eur J Phys Rehabil Med 2024 Mar 19.