Riabilitazione post-ictus e terapia dei neuroni specchio, una revew

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L’ictus è una delle prime cause di disabilità al mondo: circa il 60% dei pazienti colpiti, infatti, sviluppa invalidità che ne alterano la qualità di vita. Queste possono essere di carattere motorio, cognitivo o entrambi.

In questo contesto, la riabilitazione è lo strumento principe per stimolare la creazione, da parte delle aree del cervello restate intatte, di nuove vie per continuare a eseguire i compiti persi. Non sempre il paziente riesce a recuperare appieno la funzionalità del proprio corpo, ma spesso le disabilità si smussano.

Tra le tecniche utilizzate nei pazienti che hanno subito un ictus per restaurarne l’abilità motoria, per esempio, ci sono la riabilitazione robot assistita e la realtà virtuale, due approcci provati per essere efficienti ma che hanno il limite del costo… che non consente il loro utilizzo in tutti i setting.

Al contrario, la terapia dei neuroni specchio è economica e semplice da applicare: si basa infatti sulla visione di video nei quali vengono eseguiti dei movimenti da replicare. Ciò sembra attivare i neuroni specchio e predisporre il cervello all’esecuzione del compito.

È il principio per il quale si dice che è possibile imparare anche solo guardando qualcuno fare qualcosa. Bene, un team di ricerca dell’Università di Salford, nel Regno Unito; ha pubblicato su Physioteraphy Research International una review che conferma l’utilità della terapia specchio in pazienti adulti e con ictus subacuto o cronico, ma senza disordini cognitivi importanti.

Più nel dettaglio, la terapia si è mostrata efficace nel migliorare l’equilibrio e il passo dei soggetti coinvolti. Questi risultati si basano sull’analisi di dieci studi randomizzati controllati pubblicati tra il 2007 e il 2019.

I parametri più utilizzati per valutare i miglioramenti dei pazienti sottoposti a riabilitazione sono le fasi di Brunnstrom e la scala di valutazione di Fugl-Meyer per il recupero motorio, la Scala di Equilibrio di Berg e il Biodex per il ripristino dell’equilibrio.

Grazie ad alcuni studi che hanno messo a confronto gli esiti della terapia dei neuroni a specchio con quelli della stimolazione elettrica e dell’addestramento all’osservazione dell’azione possiamo andare oltre e affermare che la tecnica sotto studio è migliore delle altre due quando si parla di recupero del passo, ma non per il ripristino dell’equilibrio, dove le tre tecniche si equivalgono.
Per la precisione, parlando di cammino, la tecnica dei neuroni a specchio consente di ottenere esiti migliori sia nel ten minutes walk test sia con l’analisi del movimento.

Data la quasi uniformità dei protocolli riabilitativi utilizzati nei dieci studi selezionali, la revisione si spinge anche a suggerire un dosaggio di terapia, pari a 30 minuti al giorno per cinque giorni la settimana, per quattro settimane, anche da sola, oppure in sinergia con la stimolazione elettrica per migliorare gli esiti.

Gli autori aggiungono, comunque, che avendo trovato solo dieci studi di qualità da inserire della propria revisione, c’è margine per approfondire l’argomento con altre ricerche.

(Lo studio: Kundi MK, Spence NJ. Efficacy of mirror therapy on lower limb motor recovery, balance and gait in subacute and chronic stroke: A systematic review. Physiother Res Int. 2023 Mar 6:e1997. doi: 10.1002/pri.1997. Epub ahead of print. PMID: 36880119)