Nel 2018 il dottor Vinicius Monteiro Diederichs, dell’Unità di Kinesiologia della John Cabot University (Università privata statunitense con sede a Roma), ha pubblicato su American Journal of Sports Science and Medicine un articolo di confronto tra tecniche riabilitative per migliorare il range of motion articolare e contrastare alcune disabilità (A Novel Approach that Ameliorates Motor Disabilities and Improves Range of Motion of Joints; Comparison with Proprioceptive Neuromuscular Facilitation).
Le due tecniche erano, da una parte, la “Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva” (PNF) e, dall’altra, la “Ricalibrazione neuromotoria”, metodo ideato da lui stesso. I 56 partecipanti, di età compresa tra 21 e 68 anni, soffrivano di rigidità degli estensori lombopelvici. Per ogni partecipante è stato calcolato il range of motion (ROM) delle articolazioni dell’arto inferiore, mentre erano in posizione di squat.
Il dottor Diederichs ha preso 26 pazienti e li ha divisi in 2 gruppi in modo randomizzato: uno è stato trattato con la PNF e l’altro con la ricalibrazione neuromotoria. Entrambi i trattamenti sono durati 3 minuti.
Le analisi statistiche successive hanno evidenziato miglioramenti nel ROM maggiori nel gruppo di studio rispetto a quello di controllo. In un secondo momento, l’autore ha preso 30 pazienti e li ha trattati con la nuova metodica per 5-7 giorni, valutandone l’indice di disabilità di Oswestry: i risultati descritti mostrano un miglioramento della disabilità che sembra perdurare nel tempo.
Il metodo
Il dottor Diederichs ha sviluppato un metodo standardizzato per ristabilire la mobilità del corpo agendo sul sistema nervoso centrale e periferico. In altre parole, utilizza alcuni macchinari e la forza di gravità per allenare il sistema neuromuscolare a fornire i segnali corretti al corpo. Il tutto, sfruttando anche dei tubi elastici e alcune cinghie che bloccano parti del corpo del soggetto, lasciando invece del tutto libere di muoversi le altre.
Il metodo si presta bene, secondo il dottore, per trattare vari disturbi muscolari e articolari, agendo sin dalla prima sessione: rigidità, atassia o mancanza di coordinazione del movimento, dolore al collo o alla schiena, perdita di equilibrio e problemi posturali. Il metodo può essere utilizzato anche in presenza di mal di testa, ansia e disturbi del sonno.
Per quanto riguarda la durata è in media di 30 minuti a sessione, contro i 60 comunemente utilizzati per la riabilitazione: ciò significa che con questo metodo si può trattare il doppio dei pazienti nello stesso tempo. Al momento i macchinari utilizzati dal dottore sono prodotti da un artigiano su precise istruzioni, ma l’intento è quello di produrli industrialmente, così da scalare.