Nel novembre 2022 il Centre for Biomechanics and Rehabilitation Technologies (CBRT) della Staffordshire University lanciò una survey allo scopo di raccogliere informazioni relative la forza lavoro in ambito protesico e ortesico impiegata nel sistema sanitario britannico, pubblico (NHS) o privato.
Finanziato dall’Health Education England attraverso la British Association of Prosthetists and Orthotists (BAPO), il progetto si poneva come strumento per affinare la programmazione sanitaria degli anni a venire. I risultati dell’indagine sono stati presentati lo scorso 6 novembre 2023 e sono ora disponibili sul sito della BAPO.
Molte unità di lavoro carenti
Il primo aspetto da sottolineare è che il Regno Unito vive una carenza di professionisti specializzati nella realizzazione di protesi e ortesi: sono stati, infatti, contati 631 esperti di ortesi e 295 esperti di protesi. Ciò significa che il Regno Unito può garantire un specialista in ortesi ogni 106.181 cittadini e un protesista ogni 227.119, rapporti troppo bassi.
La stima è che ne manchino tra i 142 e i 477 per raggiungere gli standard di cura voluti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Standard che tengono conto del costante aumento di persone anziane, che possono necessitare di ortesi e protesi, appunto. Ma non basta. Sembrerebbe che dei professionisti attivi, 1/5 lascerà il lavoro nei prossimi 5 anni per ragioni legate all’eccessivo carico, alla possibilità di guadagnare di più in altri ambiti, alla difficoltà di bilanciare lavoro e vita personale e alla mancanza di progressione.
Poco anche il personale di supporto agli specialisti, tra tecnici (819) e assistenti (58): in questo caso, bisognerebbe integrare tra le 1.133 e le 1.803 unità. Secondo i registri, nel Regno Unito lavorerebbero 1.164 professionisti di ortesi o protesi, ma solo 876 hanno risposto all’indagine: di questi sappiamo che 328 lavorano per il NHS e 535 per compagnie private. Dei professionisti impiegati nel privato, il 57% lavora per 3 aziende. Alcuni dei professionisti hanno rivelato di non sentirsi adeguatamente formati per svolgere al meglio il proprio lavoro, mentre altri si sentono sottostimati e di poter dare molto di più. Gli autori dello studio sottolineano l’esigenza di nutrire questi professionisti.
Servizi statici, che non cambiano con i tempi
Un altro aspetto interessante emerso dall’indagine è che i servizi protesici e ortesici offerti dal NHS non sono distribuiti uniformemente sul territorio britannico: per esempio, non ce ne sono nel Nord dell’Irlanda. Su 54 servizi ortesici, 41 sono in Inghilterra, 8 in Scozia e 5 in Galles. Se guardiamo ai servizi protesici, la situazione è simile: su 15 totali, 7 sono in Inghilterra, 5 in Scozia e 3 in Galles. Dalle risposte dei professioni impiegati in questi servizi, il modello utilizzato sembrerebbe essere abbastanza statico, con scarsi cambiamenti avvenuti nel tempo. Forse questa è la ragione per la quale alcuni professionisti sentono di non avere possibilità di progressione in questo lavoro.
Alla fine del lavoro, BAPO fornisce alcune indicazioni per contrastare la situazione: cambiamenti nei programmi di formazione che devono essere adeguati alle nuove tendenze, possibilità e tecnologie; espandere il ruolo che prostetisti e ortottisti hanno nel loro ambito; migliorare la collaborazione per sostenere questa forza lavoro essenziale per poter rispondere all’aumentata richiesta di protesi e ortesi da parte della popolazione.