Quali fattori sostengono la motivazione?

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Perché possa portare i risultati attesi, un percorso riabilitativo deve essere seguito con costanza e attenzione da parte del paziente. Per capire quali aspetti rafforzano la motivazione a portare a termine l’iter, un gruppo di lavoro giapponese ha allestito uno studio ad hoc, includendo nella ricerca anche i medici.
L’intento è capire quali ostacoli riducono la compliance del paziente e come migliorare la comunicazione medico-paziente per supportarla. Questo sondaggio esplicativo ha coinvolto 13 centri specialistici giapponesi, per un totale di 479 pazienti con disabilità cognitive e motorie e 401 tra medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali e logopedisti.

Il primo autore e i suoi colleghi hanno quindi preparato una lista di possibili fattori motivanti i due attori dello studio: ascolto attivo; preparazione di uno spazio riabilitativo adeguato; controllo della difficoltà dell’esercizio che aumentano nel tempo di pari passo con l’abilità del paziente; livello di divertimento del programma riabilitativo; definizione chiara degli obiettivi; riabilitazione di gruppo; informazioni mediche rispetto ai vantaggi del concludere il percorso; selezione di esercizi che consentono al paziente di utilizzare skill già in proprio possesso; apprezzamenti da parte del riabilitatori; presenza di famigliari durante la sessione riabilitativa; tenere strumenti come diario o grafici da parte del paziente per tenere traccia dei propri miglioramenti; uso di programmi riabilitativi che cambiano, per evitare l’instaurarsi della noia; rispetto del paziente e della sua capacità di portare avanti il programma; ricompensa per stimolare il paziente, per esempio facendogli fare qualcosa che gli piace prima del percorso riabilitativo; altro.

I partecipanti alla survey hanno dovuto scegliere tre fra queste motivazioni, identificando la più importante. I dati sono stati registrati in un software apposito e su cloud.
Nel caso in cui la risposta fosse altro, gli autori hanno anche chiesto di esplicitare. Vediamo i risultati. Interessante osservare che pazienti e clinici hanno selezionato gli stessi aspetti come primari: capacità di capire che si sta migliorando, scelta dal 26,5% dei pazienti e dal 36,7% dei medici; definizione degli obiettivi, scelto dal 15% dei pazienti e dal 22.4% dei clinici; esercizi che tengono conto delle esperienze pregresse del paziente, scelta dal 10.4% dei pazienti e dal 9.5% dei medici.

Lo studio evidenzia, però, che i pazienti possono essere motivati da fattori più vari rispetto ai medici: questi ultimi hanno scelto praticamente solo 5 tra le possibili motivazioni, mentre i pazienti ne hanno scelte almeno 9. Il suggerimento è, quindi, che il clinico indaghi e rispetti le motivazioni più importanti per il singolo individuo, per favorire la sua compliance.

(Lo studio: Oyake, K., Yamauchi, K., Inoue, S. et al. A multicenter explanatory survey of patients’ and clinicians’ perceptions of motivational factors in rehabilitation. Commun Med 3, 78 (2023). https://doi.org/10.1038/s43856-023-00308-7)