Gestione della spasticità in bambini con PCI

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I bambini con paralisi cerebrale infantile (PCI) sperimentano varie forme di difficoltà di movimento, ma tra le principali ci sono quelle legate alla spasticità. Questa caratteristica muscolare, tipica della PCI, può portare vere e proprie deformazioni di strutture ossee.
Di qui, l’esigenza di gestirla al meglio.

Le opzioni in campo sono di carattere farmacologico, riabilitativo, infiltrativo e chirurgico. A esse si aggiungono dispositivi innovativi che rilasciano i farmaci in modo continuativo nel tempo. Joline E. Brandenburg, pediatra, specialista in riabilitazione e direttore della Clinica per paralisi cerebrale e spina bifida presso il Centro dei Bambini della Mayo Clinic, a Rochester, risponde ad alcune tra le più comuni domande su Pediatric Clinics of North America.

Secondo la professionista, il trattamento della spasticità dovrebbe avere, come primo obiettivo, evitare gli interventi chirurgici o, qualora questi siano inevitabili, migliorare il decorso post-operatorio dei piccoli pazienti. Importante capire che ogni soggetto deve essere valutato per le proprie esigenze e per i livelli di impatto della PCI sulla propria funzione motoria, evitando di prescrivere farmaci, botulino o altro perché funzionano.

Parlando di farmaci orali, per esempio, la dott.ssa Brandenburg suggerisce che siano prescritti solo nei soggetti con un livello 4 o 5 del Sistema di Classificazione della Funzione Motoria di Gross (GMFCS), dal momento che in questi bambini la spasticità rende difficile la mobilità, costringendoli in sedia a rotelle o all’uso di appositi sostegni per il passo.
Inoltre, la via farmacologica non dovrebbe essere mai la prima scelta. I farmaci più comunemente utilizzati in questi casi sono le benzodiazepine, il gabapentin, il clonidine, il dantroleme, e il baclofen.

Quest’ultimo può essere somministrato anche per via intratecale, giungendo direttamente ai muscoli da rilassare: anche in questo caso, solo i pazienti con livello 4 o 5 di GMFCS dovrebbero ricevere la prescrizione, in particolare quelli in cui la rigidità muscolare rende difficile anche eseguire le pratiche igieniche, stare seduti o vivere in un certo comfort… e, anche in questo caso, prima sarebbe meglio tentare altri percorsi terapeutici.

In questo documento la professionista della Mayo Clinic affronta anche la questione chirurgica: quando è utile effettuare una rizotomia dorsale selettiva?
La risposta è molto chiara. Questo approccio, che consente di ridurre la spasticità della zona trattata a lungo termine, dovrebbe essere limitato solo a quei pazienti che non rispondono ad altre forme di trattamento.

In particolare, si ricorda che possono accedere all’intervento bambini di età compresa tra i 3 e i 7 anni d’età e con alcune particolarità cliniche. La prima è che siano affetti da diplegia spastica dovuta a una PCI a sua volta legata a una nascita prematura.

In secondo luogo, il livello GMFCS deve essere o 2 o 3. Non devono essere state eseguite in precedenza altre procedure chirurgiche su muscoli e tendini e non devono esserci contrazioni a livello articolare, almeno non significative. Infine, il paziente deve poter stare in piedi su una gamba sola oppure alzarsi in autonomia dal pavimento. Soggetti che non rispondono a queste caratteristiche possono essere valutati caso per caso.

(Lo studio: Brandenburg JE, et al. Spasticity interventions: Decision-making and management. Pediatric Clinics of North America. 2023;70:483)