Non è raro che una distorsione alta di caviglia si associ a una lesione, più o meno grave, della sindesmosi distale tibio-fibulare. Tale lesione può essere di 3 gradi: il primo grado è visibile alla risonanza magnetica, ma non comporta sintomatologia per il paziente, che cammina senza difficoltà. Il secondo caso, si evidenzia alla RM e si associa a dolore e difficoltà al passo; il terzo grado, invece, si associa a frattura.

In un recente studio (Standing on single foot-binding test yields satisfactory results as a novel method for the diagnosis of distal tibiofibular syndesmosis instability: a prospective, cross-sectional diagnostic-accuracy study) la lesione della sindesmosi distale tibio-fibulare è stata definita di instabilità: si tratta di una condizione difficile da diagnosticare, perché spesso la sintomatologia alla caviglia è atipica.

Inoltre, non esiste al momento un test clinico non invasivo che consenta di avere subito idea di presenza o meno di questa instabilità, per eventualmente inviare il paziente a indagini più approfondite. La RM è, infatti, un esame costoso e non può essere utilizzato come primo strumento di scrematura. Lo stesso si può dire per l’esame diagnostico glod standard per questa condizione, ovvero l’atroscopia della caviglia.

Un’équipe del Fourth Medical Center del Chinese People’s Liberation Army General Hospital di Beijing ha sviluppato e presentato su BMC Musculoskeletal Disorders un semplice test clinico.

Proposto un nuovo test

Gli autori ipotizzano che gli effetti della lesione alla sindesmosi sulla caviglia del paziente possano essere ridotti con un bendaggio elastico compressivo: idea che nasce dall’osservazione che, in questi pazienti, l’uso di una fissazione elastica può dare buoni esiti chirurgici. Gli autori chiedono al paziente di stare in piedi su una singola gamba per 5 secondi, prima in posizione eretta (0° SOSF-B test) e poi con un piegamento di 20° (20° SOSF-B test).

Il test viene considerato positivo se il paziente non riesce a mantenere la posizione per 5 secondi, oppure se deve sistemare la posizione del piede o se la parte superiore del corpo trema visibilmente. Importante anche valutare la contrazione della muscolatura posteriore. Si conclude così la prima fase del test.

Nella seconda, il paziente riceve un bendaggio elastico e ripete il test. Il bendaggio viene realizzato sulle caratteristiche del paziente, misurate prima di iniziare il test stesso. A questo punto il clinico mette a confronto gli esiti dei due test e se i tremori e i fastidi evidenziatesi nella prima parte scompaiono, allora si può considerare positivo l’esito del test. Gli autori hanno anche provato a utilizzare la palpazione della sindesmosi e la RMI, per confrontare gli esiti dei diversi metodi. 

La prova sui pazienti

Sono 85 i pazienti inclusi in questo lavoro, tutti con storia di ripetute distorsioni alla caviglia e sottoposti ad artroscopia e, quindi, con diagnosi certa di lesione della sindesmosi.

Le analisi statistiche effettuate dal team di lavoro evidenziano che l’accuratezza diagnostica del test proposto è superiore a quella della RM e della palpazione, con percentuali rispettivamente pari all’87.06% (20° SOSF-B test ), 85.88% (0° SOSF-B test), 72.94% e 67.06%. Lo stesso si può dire per la sensibilità e la specificità. Tra le due versioni, gli autori si dicono convinti che lo 0° SOSF-B test sia sufficiente per individuare pazienti con distorsione di caviglia e lesione alla sindesmosi.

Se il test risulta positivo, infatti, la probabilità che il paziente abbia una lesione della sindesmosi sale dal 28,7% al 72%, mentre se l’esito è negativo la probabilità cala dal 28,7% al 6,8%. Altri vantaggi associati a questo test sono la sua semplicità, l’accettazione da parte del paziente, la possibilità di valutare la caviglia in assetto dinamico e, infine, la corta curva di apprendimento. 

Studio: Sun, S., Tang, T., Shi, P. et al. Standing on single foot-binding test yields satisfactory results as a novel method for the diagnosis of distal tibiofibular syndesmosis instability: a prospective, cross-sectional diagnostic-accuracy study. BMC Musculoskelet Disord 25, 53 (2024).