Instabilità di rotula, strumento valuta la possibilità di ritorno allo sport

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Non tutti i pazienti sottoposti a chirurgia di stabilizzazione della rotula sono pronti a riprendere la pratica sportiva a sei mesi dall’intervento. Come selezionarli?

L’instabilità rotulea è una condizione che colpisce uomini e donne, nel primo caso avendo come causa scatenante ragioni per lo più traumatiche, mentre nel secondo sussistono ragioni anatomiche.
In entrambi i casi, qualora l’instabilità sia ricorrente, si opta per la chirurgia; l’intervento è tuttavia considerato complesso e necessita di un lungo periodo di follow-up e riabilitazione.
In genere si suppone che il paziente possa ricominciare a praticare sport a sei mesi dall’intervento, ma non è sempre vero.

Per questo di recente un team norvegese ha valutato l’efficacia di una batteria di test nell’individuare la prontezza fisica del paziente al ritorno allo sport.
I valori presi in considerazione dal team sono, in particolare, percentuale di pazienti che riesce a completare i test, usabilità degli standard suggeriti per autorizzare il ritorno allo sport e appropriatezza dell’indice Leg Symmetry Indexes (LSI) per questi pazienti. I risultati sono pubblicati su BMC Musculoskeletal Disorders.

L’ideazione di una nuova variabile composita

Il team di studio ha selezionato alcuni test da valutare. Il Lower Quarter Y-balance Test (YBT-LQ), che offre informazioni sulla forza dell’arto inferiore, la stabilità del ginocchio e l’equilibrio dinamico nella direzione anteriore, posteromediale e posterolaterale.

Il single-legged hop test, composto da distanza coperta, in centimetri, con un singolo salto, con 3 salti, con triplo salto crossover e dal tempo impiegato a coprire con salti una distanza di 6 metri.
Questo test misurare la forza dinamica e muscolare dell’arto inferiore. Il concentric muscle strength, valido per misurare la forza dell’arto. I risultati di questi test sono stati normalizzati a creare una nuova variabile composita da calcolare a 6 mesi dall’intervento.

Lo studio

78 i pazienti inclusi nello studio, tutti affetti da dislocazione ricorrente della rotula, con primo evento mediamente accaduto 7 anni prima. Nel 60% dei casi, l’instabilità interessa entrambe le ginocchia. Il 38% dei pazienti prima dell’intervento di stabilizzazione praticavano sport a livello agonistico, mentre il restante 62% a livello amatoriale.

In media i test funzionali sono stati effettuati a 6.1 mesi dall’intervento, che è stato combinato nell’81% dei casi e di ricostruzione isolata del legamento patello-femorale mediale nel restante 19%.
Gli autori hanno osservato che sui 64 pazienti capaci di superare i test, solo 11 (14%) sono stati valutati abili al ritorno allo sport con gli standard oggi utilizzati.
I pazienti a mostrare performance peggiori della gamba controlaterale sono quelli con problemi di stabilità bilaterali, come indicato dallo score LSI.

Gli autori suggeriscono, quindi, di cambiare gli standard utilizzati per consentire il ritorno allo sport, rinunciando anche all’uso del LSI come indicazione. Potrebbe essere sufficiente utilizzare la batteria di test selezionata. Sembrerebbe, inoltre, che il tipo di chirurgia utilizzata non influenzi il recupero delle performance.

(Lo studio: Hysing-Dahl, T., Magnussen, L.H., Faleide, A.G.H. et al. Feasibility of return to sports assessment 6 months after patellar instability surgery. BMC Musculoskelet Disord 24, 662 (2023). https://doi.org/10.1186/s12891-023-06767-2)