I risultati di uno studio internazionale condotto su oltre 2 milioni di pazienti sottoposti a protesizzazione di ginocchio non mostrano differenze statisticamente significative nel tasso d’infezione periprotesica associato all’uso di cemento con antibiotici o cemento senza.
Le infezioni periprotesiche sono tra le complicanze più pericolose di un intervento di artroplastica, quale che sia l’articolazione interessata. Le più colpite sono anca e ginocchio, con un’incidenza dello 0,3-3% che, dati i numeri sempre maggiori di artroplastica di ginocchio che vengono effettuati nel mondo, determinano centinaia di pazienti ogni anno con infezione periprotesica da trattare. E ciò nonostante i miglioramenti conseguiti nella fase perioperatoria per il controllo antibatterico.
Nel caso della protesi di ginocchio, l’infezione periprotesica è anche la prima causa di revisione protesica, con costi associati elevati che, in Italia, si aggirano sui 100 mila euro per paziente, tra costi diretti e sociali.
Tra le azioni compiute dalle equipe chirurgiche per ridurre il tasso di infezioni periprotesiche c’è anche l’uso di cemento contenente antibiotici che possano agire come profilassi preventiva, ma un recente studio internazionale pubblicato su Jama Network suggerisce che questa prassi dia esiti davvero scarsi.
Cemento con antibiotici e infezione periprotesica
L’uso del cemento con antibiotici come prevenzione dalle infezioni periprotesiche dopo protesizzazione di ginocchio è documentato in uno studio del 2023 di Leta TH et al, pubblicato su Acta Orthopaedica (doi:10.2340/17453674.2023.17737), che lo mette a confronto in diversi Paesi partendo dl 2010 fino al 2020: risulta che il tasso di utilizza varia dal 31% degli USA al 100% della Norvegia. Chiaramente, questa profilassi ha dei costi.
Per capire se vi sia davvero un vantaggio dall’uso del cemento arricchito da antibiotici, lo studio su Jama Network mette a confronto interventi condotti con o senza questo tipo di cemento, valutandone il rischio di revisione per infezione periprotesica entro un anno dall’impianto come outcome primario. Lo stesso viene poi ripetuto a 5 e 10 anni.
Gli autori hanno prima di tutto unito diversi registri nazionali di artroplastica per ottenere un campione ben rappresentativo, composto da 2,1 milioni di pazienti sottoposti a TKA, per un totale di 2.168.924 impianti, provenienti da Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Germania, USA, Australia, Italia, Nuova Zelanda, Romania, Svizzera, Paesi Bassi e UK.
Dopo aver armonizzato i dati, gli autori hanno calcolato un tasso di revisione comulativo, per poi effettuare una analisi di regressione di Cox per entrambi i tipi di cemento, con o senza antibiotici, su un campione un po’ più piccolo. Per concludere, una metanalisi ha combinato i dati aggregati e calcolato il rischio di revisione a un anno per infezione periprotesica e per tutte le altre cause.
Il cemento con antibiotici e miglioramenti
Il 59,5% dei pazienti coinvolti sono donne, di età compresa tra i 65 e i 74 anni. Ben il 93% delle TKA incluse nello studio sono state effettuate con cemento potenziato. Il 92,2% sono completamente cementate. Curioso osservare che il tasso di revisione cumulativo calcolato statisticamente è inferiore all’1% tanto nel gruppo di protesi cementate con antibiotici quanto nell’altro.
Le analisi di regressione Cox effettuate su 1.917.190 TKA non individuano alcuna differenza statisticamente significativa tra i due gruppi nel rischio di incorrere in revisione per infezione periprotesica a 1 anno dall’intervento, ma lo stesso vale anche per il rischio connesso ad altre cause. Se ne deduce che l’aggiunta di antibiotici al cemento, pur così diffusa, non porta alcun vantaggio nei confronti delle infezioni periprotesiche.
Tuttavia, sottolineano gli autori, le differenze tra i due campioni, con o senza cemento, sono tali da richiedere cautela nell’interpretazione dei dati. Per ora si suggerisce a ogni nazione di valutare con attenzione l’uso di antibiotico nel cemento, valutando i costi necessari e i risultati ottenuti entro i propri confini. Per avere indicazioni più generiche occorre forse attendere un ulteriore studio.
Studio: Leta TH, Lie SA, Fenstad AM, et al. Periprosthetic Joint Infection After Total Knee Arthroplasty With or Without Antibiotic Bone Cement. JAMA Netw Open. 2024;7(5):e2412898. doi:10.1001/jamanetworkopen.2024.12898