Infermieri e OSS, fattori di rischio per lo sviluppo di malattie correlate al lavoro

Infermieri e operatori sociosanitari sono, tra coloro che lavorano nelle strutture sanitarie e assistenziali, quelli che più stanno a contatto con il paziente.

Le associazioni di categoria hanno avviato un percorso ad hoc per il riconoscimento, per queste professioni, dello status di lavoro usurante, che consentirebbe a OSS e infermieri di accedere un poco prima alla pensione.
In Italia si parla di circa 330.000 OSS e 371.000 infermieri, la maggioranza dei quali opera in ospedale. Circa il 40% dei professionisti sanitari sono infermieri.

La prima causa di assenza dal lavoro è, per la maggioranza delle categorie, la lombalgia o altri dolori muscoloscheletrici. Ciò vale anche per OSS e infermieri. Un problema di non poco conto per le strutture sanitarie, spesso già in carenza di personale.

Di questo problema si è occupato uno studio pubblicato da ricercatori afferenti alla Jazan University in Arabia Saudita e alla Vivekananda Global University di Jaipur, in India.
Il lavoro intende individuare i fattori che aumentano il rischio, per questi caregiver professionali, di sviluppare lombalgia.

Sono stati coinvolti 104 professionisti, ai quali è stato chiesto di rispondere a un questionario di carattere demografico e a un questionario specifico relativo ai problemi muscoloscheletrici, chiamato Nordic Musculoskeletal Standardized.
Le risposte sono state analizzate con una regressione logistica per individuare i fattori di rischio per lo sviluppo di dolore muscoloscheletrico.
L’intento è stato anche di capire se vi fossero fattori esterni a quelli lavorativi. Ognuno dei fattori individuati è stato infine pesato.

Su 104 partecipanti, il 67.3% ha dichiarato di avere problematiche muscoloscheletriche, ovvero 70 persone. La zona più colpita è la bassa schiena, seguita dal ginocchio e dalle spalle. Il fattori di rischio più importante è la movimentazione manuale dei pazienti, seguita dalla necessità di piegarsi spesso o di effettuare delle torsioni.

È chiaro, infine, che il numero di pazienti da seguire ogni giorno incide sul problema con una correlazione positiva: il rischio aumenta al crescere del numero dei pazienti. Gli autori hanno infine sviluppato, e testato, un modello predittivo che, valutando i fattori di rischio, individua i soggetti più a rischio di sviluppare problematiche muscoloscheletriche. È chiaro che la presenza di sollevatori meccanici potrebbe ridurre l’incidenza di queste problematiche, ma non tutti gli ospedali e le strutture residenziali li hanno in dotazione. Scarso il peso, invece, di fattori esterni al mondo del lavoro. È chiaro che il problema può essere affrontato solo con chiare scelte politico-gestionali da parte dei decisori del settore.

(Lo studio: Khamaj AM, Ali AM, Alam MM. Investigating factors affecting musculoskeletal disorders: Predictive models for identifying caregivers at risk. Work. 2022 Jun 17. doi: 10.3233/WOR-210309. Epub ahead of print. PMID: 35723145)

Stefania Somaré