Benché l’OMS definisca i 65 anni come lo spartiacque tra età adulta ed età anziana, oggi gli over 65 sono, rispetto al passato, più attivi e attenti alla salute.

Alcune società scientifiche suggeriscono una nuova classificazione: tra i 65 e i 75 anni si dovrebbe parlare di giovani anziani, tra i 75 e gli 85 anni di anziani e solo dopo gli 85 anni di grandi anziani.

Se ne è discusso durante il Trauma Meeting 2023, organizzato dagli Ortopedici Traumatologi Ospedalieri d’Italia (OTODI) e tenutosi a Riccione e dedicato a “Le fratture articolari dell’anziano attivo. Fratture periprotesiche e perimpianto”.

Necessarie tecniche chirurgiche veloci ed efficaci per i giovani anziani

Pietro De Biase, presidente del congresso insieme a Marco Mugnaini, Paolo Esopi, Andrea Micaglio, spiega: «oggi, una frattura, anche per gli over 65 e anche ben più in là, è un evento spiacevole da superare in fretta per tornare efficienti come prima. Per questo è diventato anacronistico trattare le fratture e i traumi delle persone di 70 o 75 anni con i metodi finora in uso per gli anziani: cioè apparecchio gessato, immobilità prolungata che causa rigidità articolari e esiti poco soddisfacenti.

Ormai a questa età la gente ha mille impegni, viaggia, fa sport, spesso lavora, e quindi ha bisogno di guarire senza perdere tempo e recuperare tutta la propria efficienza fisica. Nei nostri reparti i pazienti di questo tipo sono la maggioranza. Quindi abbiamo deciso di modificare il nostro approccio terapeutico ai pazienti della cosiddetta terza età.

Bisogna solo adattare le tecniche, che sono essenzialmente chirurgiche, a questi soggetti tenendo presente le loro capacità biologiche e il patrimonio osseo di cui dispongono: cioè le loro condizioni di salute generale e quelle delle loro ossa, che con l’età si indeboliscono.

Stiamo creando dei protocolli nuovi, che prevedono l’uso di viti e piastre studiate per migliorare la stabilità e altri accorgimenti tecnologici. In parte l’abbiamo già fatto, per esempio per la frattura del femore prossimale. A breve disporremo di una metodologia condivisa per tutti i tipi di fratture e traumi più frequenti: un documento ufficiale da cui auspicabilmente nasceranno linee guida per il trattamento dei traumi negli over 65».

Trattamenti più rapidi, quindi, come il fast track o comunque mininvasivi, che garantiscano un recupero precoce del movimento e dell’autonomia, riducendo i tempi di ricovero. Un vantaggio che ricadrebbe non solo sui pazienti, ma anche sulle strutture ospedaliere, in termini di disponibilità di letti ed economici.

Una nuova epidemiologia

Con i cambi di stile di vita e abitudini degli anziani mutano anche le tipologie di fratture che gli specialisti si trovano a dover trattare: non solo frattura di polso, ancora la più frequente, di femore e di omero, ma anche fratture articolari legate a specifiche attività sportive, ciclismo, tennis, trekking, sci, ma anche kite surf, parapendio e paracadutismo, oltre alla motocicletta. E così, il numero di fratture di ginocchio, caviglia e spalla, una volta appannaggio dei più giovani, cresce anche nei giovani anziani.

D’altronde, dati Istat sottolineano come, tra il 2000 e il 2019, l’attività sportiva degli over 74 sia passata dal 2,6% al 7,2%: una percentuale quasi triplicata che si porta dietro inevitabilmente un maggior numero di incidenti e fratture.