Fratture in età pediatrica, quale aderenza terapeutica alla riabilitazione?

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Le fratture in età pediatrica rappresentano dal 10% al 25% di tutte le lesioni traumatiche occorse in epoca pediatrica, con incidenza che aumenta al crescere dell’età. Coinvolti più i maschi delle femmine. L’arto superiore è il più interessato da frattura in questa fase della vita, pesando per l’80% di tutte le rotture.

Seguono l’arto inferiore, con il 17%, il bacino e infine la colonna. Nella maggioranza dei casi i traumi avvengono durante l’attività sportiva, con una correlazione che cresce con l’età. Altre cause sono le attività ludico-ricreative e gli incidenti stradali.
L’approccio terapeutico a queste lesioni deve tenere conto delle caratteristiche uniche delle ossa nei bambini, sottoposte ancora ad accrescimento. Qualora possibile è sempre meglio optare per un intervento conservativo e non cruento. La riabilitazione è sempre una fase importante per il completo recupero funzionale dell’arto, e non solo: serve anche a garantire un recupero della parte controlaterale che, verosimilmente, nel periodo di immobilizzazione dell’arto leso, ha messo in atto delle compensazioni.

Questa fase riabilitativa consta di sessioni in palestra con il fisioterapista da integrare con un lavoro individuale a casa. Le ultime evidenze suggeriscono inoltre che la riabilitazione debba iniziare precocemente, portando vantaggi anche al processo di guarigione della frattura. È però chiaro che una riabilitazione precoce è più dolorosa di una tardiva. Inoltre, anche l’ambiente domiciliare non aiuta il bambino a lavorare al meglio: sa infatti che, probabilmente, verrà esonerato se manifesta fastidio e opposizione.

Tutto ciò probabilmente incide sulla compliance dei piccoli pazienti al percorso riabilitativo. Un recente studio cinese conferma questa ipotesi: considerando il pool di pazienti coinvolti, il gruppo ha calcolato un’aderenza terapeutica del 35.98%. Decisamente bassa. Ma quali sono i fattori che influenzano questo dato? Secondo una correlazione di Pearson, condotta dagli autori, la compliance risente dell’età del bambino inferiore a 10 anni, dell’essere figlio unico, della supervisione da parte dei nonni e, infine, da un temperamento non semplice del bambino. Secondo gli autori, questi aspetti dovrebbero essere presi in considerazione dal professionista quando stila il piano di lavoro: la compliance può infatti essere accresciuta se si affianca al piccolo paziente un infermiere o un altro operatore sanitario appositamente istruito per seguirlo.

Diversamente si rischia da una parte di non ottenere i risultati sperati e, dall’altra, di sperperare risorse umane ed economiche: inutile seguire le sessioni in presenza se non c’è un opportuno lavoro di sostegno a casa. In questo senso, potrebbe essere anche utile avviare una discussione chiara con i caregiver del paziente perché capiscano l’importanza e il senso della riabilitazione precoce, in termini di vantaggi funzionali e guarigione. Lo studio è stato condotto dal Children’s Hospital della Nanjing Medical University.

(Lo studio: Liu H, Wang Y, Li M, Chen D, Tang Y. Compliance of functional exercises in school-age children with limb fractures: implication for nursing countermeasures. BMC Pediatr. 2022 Mar 14;22(1):133. doi: 10.1186/s12887-022-03193-6. PMID: 35287621)

Stefania Somaré