Frattura di femore, prima visita di follow-up essenziale per il recupero

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Prima causa di ospedalizzazione nell’anziano, la frattura di femore si associa ancora oggi, nel mondo, a un alto tasso di mortalità sia durante il ricovero ospedaliero (7% circa) sia nell’anno successivo (30% circa), dovuta sostanzialmente a un’alterazione del fragile equilibrio che caratterizza l’anziano, spesso affetto da più patologie croniche.

Secondo i dati del Piano Nazionale Esiti 2022, in Italia nel 2021 sono stati ricoverati per frattura del femore 97.329 persone, per lo più anziane, delle quali 90.787 sottoposte a intervento chirurgico, e con una mortalità a 1 anno del 20.55%.
Tra le indicazioni date dalle linee guida per ridurre il rischio di perdita di autonomia, disabilità e anche morte c’è l’esecuzione dell’intervento chirurgico entro 48 ore dalla frattura, limite che dal 2017 in poi viene rispettato in Italia in media in oltre il 64% dei casi.

Uno studio retrospettivo statunitense suggerisce un altro fattore che potrebbe migliorare ulteriormente gli outcome degli anziani con frattura al collo del femore: il rispetto della prima visita di follow-up.
Condotto su un campione di 279 pazienti, tutti sottoposti a fissazione del femore in un ospedale universitario, lo studio confronta la mortalità a 90 giorni e a un anno dall’intervento tra chi si è presentato alla prima visita di controllo, il 76.3%, e gli altri. Non solo. Gli autori hanno messo a confronto anche il tasso di complicanze a 90 giorni e di ritorno in ospedale. Il primo dato che salta all’occhio è la grande differenza percentuale di mortalità tra i due gruppi, sia a 90 giorni che a un anno.

Nei pazienti che hanno ricevuto la visita di controllo, la mortalità a 90 giorni è stata del 4.2%, mentre quella a un anno del 12.7%. Negli altri, invece, la mortalità a 90 giorni è del 31.8% e quella a un anno del 51.5%.
Differenze risultate significative anche dal punto di vista statistico. Non solo. Il saltare questa prima visita risulta essere un fattore di rischio indipendente anche per sviluppare complicanze a 90 giorni e necessitare di un secondo ricovero.

Lo studio sottolinea, poi, altri fattori di rischio per questi due eventi, rispettivamente essere affetto da coronaropatie e avere uno stato di salute scarso prima dell’evento fratturativo per le complicanze a 90 giorni e soffrire di patologia ostruttiva polmonare cronica con necessità di ossigeno per l’ospedalizzazione.

Sebbene lo studio sia condotto su un piccolo campione, questi risultati sono interessanti e suggeriscono, quantomeno, di approfondire la questione e di lavorare perché gli anziani pazienti e i loro caregiver capiscano l’importanza di presentarsi alla prima visita di controllo post operatoria. Ciò potrenne aumentare la loro probabilità di sopravvivenza all’evento fratturativo, oltre a ridurre di molto i costi sanitari associati.

(Lo studio: Schlauch AM, Shah I, Caicedo M, Raji OR, Farrell B. Missing the first post-operative visit is an independent risk factor for 90-day complication and re-admission following hip fracture surgery. J Orthop. 2022 Dec 10;36:7-10. doi: 10.1016/j.jor.2022.12.004. PMID: 36578975; PMCID: PMC9791690)

Stefania Somaré