Il metodo Schroth è un’opzione non chirurgica per trattare pazienti con scoliosi: si compone di una serie di esercizi personalizzati, da ripetere in modo costante e con una certa intensità per indurre la rotazione della colonna vertebrale verso una posizione più naturale, il suo allungamento e la sua stabilizzazione nelle tre dimensioni dello spazio.

Il metodo è associato in letteratura a una riduzione dell’angolo di Cobb, oltre che alla diminuzione del dolore e a un miglioramento posturale, che anche per il bambino e l’adolescente si traduce in una migliore vita di relazione.

C’è poi un altro aspetto da considerare: l’influenza che una postura Schroth può avere sull’immagine radiografica della colonna vertebrale.
Scoprirlo è importante, dato che il trattamento terapeutico viene scelto anche in base a questi esiti.

Uno studio condotto dalla Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons di New York e dal Children’s Hospital di Los Angeles ha confermato la diminuzione dell’angolo di Cobb in pazienti che mantengono la postura eretta proposta dal metodo Schroth durante la radiografia (Skaggs K, Lin AJ, Andras LM, Illingworth KD, Skaggs DL. Standing in Schroth trained position significantly changes Cobb angle and leg length discrepancy: a pilot study [published online ahead of print, 2020 Jun 26]. Spine Deform. 2020;10.1007/s43390-020-00157-7. doi:10.1007/s43390-020-00157-7).
Secondo lo studio, ci sarebbe una differenza di 6° di rotazione rispetto a pazienti scoliotici che tengono una postura normale.

Lo studio è di carattere retrospettivo, con un livello di evidenza III.
Gli autori hanno rianalizzato coppie di radiografie di pazienti con scoliosi trattati con questo metodo per valutarne gli effetti sull’angolo di Cobb: in particolare, una radiografia è stata fatta con il paziente in posizione di Schroth e l’altra in posizione normale.
Le immagini diagnostiche sono state effettuate nello stesso giorno.
Ogni coppia di immagini è stata rianalizzata in modo indipendente da tre chirurghi spinali pediatrici per confrontarne non solo l’angolo di Cobb, ma anche l’equilibrio coronale, l’equilibrio delle spalle e la differenza di lunghezza delle gambe.

I risultati dello studio rivelano che i chirurghi avrebbero scelto nel 33% dei pazienti per differenti indicazioni terapeutiche osservano le due radiografie separatamente.
Questo significa che il tecnico di radiologia deve indicare sul referto in quale posizione è stata effettuata la radiografia, cosìcché il chirurgo possa prendere la più corretta decisione per ogni singolo caso.

Stefania Somaré