Come accelerare la diagnosi di frattura da stress

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La più insidiosa delle fratture da stress è quella alla testa del femore, che si manifesta con sintomi difficili da interpretare, il che può portare ritardi nella diagnosi. Incide anche il fatto che spesso i soggetti aspettano che il dolore sia intenso per rivolgersi a un medico.

D’altra parte, come ricordato in uno studio del US Army Research Institute of Environmental Medicine, una diagnosi tardiva può lasciare strascichi profondi nella vita del paziente, costringendolo a ridurre o sospendere la propria attività sportiva… e ciò, che sia un militare o un atleta, può incidere sulla sua carriera. Il tipo di frattura più pericoloso è, in questo caso, quella di grado 4, che interessa anche la corteccia dell’osso.

Lo strumento di imaging elettivo è la risonanza magnetica che consente di individuare le fratture da stress con una sensibilità compresa tra 68% e 99% e una specificità compresa tra 84% e 92%, valori individuati da una revisione del 2015 (doi: 10.1177/0363546515574066).

Tuttavia, spesso ci vuole tempo perché la RM dia chiari segni di presenza di frattura da stress. Come trattare i pazienti, nel frattempo? Impedire loro ogni attività di carico sull’anca, oppure ridurla senza eliminarla? Secondo questo gruppo di ricerca statunitense si potrebbero individuare più facilmente i pazienti con lesione da stress di grado 4 valutando anche la presenza o meno di un versamento a livello dell’anca.

Questo viene individuato facendo un confronto tra liquido presente a livello articolare nell’anca sana e in quella con lesione da stress: in presenza di una differenza di 2 mm, si può parlare di versamento.
Non sempre, però, un versamento è chiaramente visibile: ogni tanto si mostra come un segno brillante sull’immagine, chiamato flash sign: un segno tanto caratteristico che lo può riconoscere anche un non radiologo.

Per confermare questa ipotesi, nata dall’osservazione sul campo, gli autori hanno allestito uno studio retrospettivo, basandosi su dati presenti nell’apposito database dell’ospedale militare di Fort Jackson: in tutto sono stati arruolati 162 soggetti.

Le analisi statistiche successive indicano che l’associazione tra esiti positivi per lesione da stress al femore nella RM con la presenza di versamento ha un potere predittivo dell’89% nell’individuare fratture di grado 4.
Tuttavia, gli autori hanno trovato anche dei falsi negativi, il che non consente di escludere la presenza della lesione più grave in assenza di versamento. Questa condizione riduce la sensibilità totale del metodo al 52%. Un valore troppo basso.

Gli autori hanno preso in considerazione anche il flash sign, prendendo la sua presenza/assenza come variabile associata agli altri esiti della RM: in questo modo si ottiene un metodo diagnostico con sensibilità del 70% e pochi falsi positivi.
L’idea è, quindi, che nei pazienti in cui si osservi anche il flash sign si metta subito in atto un protocollo terapeutico rigido che accompagni il paziente alla successiva RM, eseguita dopo due settimane.

Lo stesso può essere fatto anche per giovani sportivi: se si presentano con dolore all’anca e la RM evidenzia la presenza di flash sign, conviene che il radiologo lo indichi, introducendo il sospetto che vi sia una lesione da stress di grado elevato. La diagnosi verrà confermata successivamente, ma nel frattempo si può mettere in sicurezza il paziente.

Studio: Colleen Barkley, DPT, ATC, William K Wong, MD, Joseph J Knapik, ScD, Richard B Westrick, DPT, ScD, The Presence of Hip Joint Effusion on MRI Is Predictive of a Grade 4 Femoral Neck Stress Injury, Military Medicine, 2023; usac347, https://doi.org/10.1093/milmed/usac347

Stefania Somaré