La stampa 3D è sempre più presente nella chirurgia protesica, permettendo di realizzare impianti su misura e altamente personalizzati.
L’ultima esperienza italiana è quella dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bagheria (Palermo), che ha restituito la possibilità di camminare a un paziente di 44 anni.

La tecnica innovativa, già utilizzata nella sede di Bologna qualche mese fa, richiede la collaborazione di un team multidisciplinare costituito da medici e ingegneri per realizzare una protesi che mimi l’anatomia dell’articolazione naturale.

Il percorso è iniziato con un esame TAC della caviglia che ha permesso di ricostruire, tramite un software sviluppato dal Laboratorio di Analisi del Movimento del Rizzoli diretto dall’ingegner Alberto Leardini, un modello tridimensionale della gamba e del piede del paziente.

Il modello è stato utile per la simulazione dell’intervento, durante la quale i medici hanno lavorato sulla forma e sulla dimensione di ogni componente della protesi, fino a trovare la combinazione ottimale.
A quel punto la protesi è stata stampata e le guide chirurgiche sono state personalizzate.
L’intervento è stato portato avanti dal professor Cesare Faldini, direttore della Clinica Ortopedica 1, in collaborazione con l’équipe del dottor Giovanni Pignatti, direttore del Dipartimento Rizzoli-Sicilia.

Il professor Faldini ha evidenziato: «interventi di questo tipo sono all’avanguardia perché consentono di restituire il movimento articolare a individui che finora venivano considerati inoperabili.
Quando abbiamo verificato la situazione clinica del paziente, da nove anni alle prese con dolore e grave limitazione del movimento, la procedura personalizzata ci si è presentata come la sola soluzione in grado di dare risultati significativi e abbiamo quindi deciso di eseguirla per la prima volta in Sicilia».

La fase riabilitativa, particolarmente complessa, è stata condotta dal team della professoressa Maria Grazia Benedetti.

Stefania Somaré