Nel 2013 è stato presentato un nuovo tipo di impianto per artroplastica totale di ginocchio (TKA) che aveva, tra le peculiarità, l’essere realizzato in lega cromo-cobalto e di presentare una graduale riduzione del raggio femorale che produce un design a S, una componente tibiale che può essere di due taglie maggiore o minore della componente femorale e una patella asimmetrica.
Questo tipo di protesi prometteva una serie di vantaggi, come maggiore soddisfazione dei pazienti, maggiore durata della protesi, maggiore stabilità del ginocchio in flessione ecc.

L’avvento di questi impianti ha però portato nuove evidenze radiografiche, in particolare con la formazione di radiolucenza periprotesica (PPRL), fenomeno che si vede soprattutto intorno alle tibie e al femore.

Uno studio, condotto tra gli altri dall’Università di Melbourne e di Oxford, ha voluto verificare l’incidenza e la distribuzione del fenomeno, partendo da un’analisi retrospettiva degli impianti posizionati da un singolo chirurgo tra marzo 2013 e ottobre 2017 (Hoskins W, Gorup P, Claireaux H, Stokes C, Bingham R. High incidence of radiolucent lines at the implant-cement interface of a new total knee replacement [published online ahead of print, 2020 Jun 13]. ANZ J Surg. 2020;10.1111/ans.16046. doi:10.1111/ans.16046).
In tutto sono stati coinvolti 112 pazienti per un totale di 122 TKA.

I pazienti – tutti sottoposti a follow-up a 6, 12 e 36 mesi dall’impianto – sono stati sottoposti a varie radiografie postoperatorie per verificare la presenza di PPRL, che è stata individuata in 29 impianti (23,8%).
Un successivo confronto tra i pazienti con PPRL e quelli senza ha permesso di definire alcune differenze, soprattutto nell’indice di massa corporea, che sembra essere correlato alla presenza di PPRL.

Nessuna associazione è stata trovata invece, per esempio, con il tipo di cemento utilizzato, l’età o i meccanismi iniziali di deviazione dell’asse.
Dal punto di vista della distribuzione, lo studio conferma la presenza soprattutto lungo la componente tibiale, seguita da quella femorale.
Nessuno dei pazienti con PPRL ha avuto bisogno di revisione della protesi.
Gli autori concludono comunque suggerendo ulteriori verifiche di questi risultati.

Stefania Somaré