Le lesioni ai tendini della mano sono frequenti, sia in ambito sportivo sia per incidenti lavorativi e domestici: quando queste lesioni rendono difficile o impossibile flettere o estendere una o più dita, occorre l’intervento di uno specialista. Nella maggioranza dei casi occorre intervenire per via chirurgica e in modo rapido, per favorire il totale recupero funzionale della mano.

Dopo l’intervento è altrettanto importante il percorso riabilitativo, studiato sulle basi della lesione e del paziente. Tempo medio di intervento, 3 mesi. Parlando di riabilitazione, esistono diversi protocolli, basati su mobilitazione passiva e attiva della mano: tra le due, la prima è inizialmente più sicura, dato che movimenti poco controllati possono indurre una nuova rottura del tendine aggiustato. Per ridurre il carico di lavoro dei fisioterapisti, nel tempo sono stati studiati dei tutori che tengono la mano nella posizione adeguata per evitare che si creino aderenze e, al tempo stesso, supportano le dita nel lavoro riabilitativo. Questi device sono però scomodi da portare a casa.

Un recente studio sud coreano, pubblicato su IEEE Transactions on Neural Networks and Learning Systems, presenta un tutore riabilitativo leggero, che consente la mobilizzazione di 2 dita e la loro flessione sequenziale tramite un singolo motore e cavo, evitando nel contempo l’iperestensione. Il dispositivo ha anche un’interfaccia che consente di modificare alcuni parametri, come la velocità di movimento. Con l’aggiunta di un motore e di un cavo si può arrivare a mobilitare 4 dita.

Fase di testing e risultati

Il device è stato testato su 4 volontari, 3 che non hanno mai subito lesioni ai tendini della mano e uno guarito da tempo. Ognuno ha ricevuto un tutore personalizzato. Utilizzando dei marcatori per lo studio del movimento, gli autori hanno valutato la capacità del tutore di supportare il movimento corretto della mano e la flessione delle dita, oltre al range of motion articolare consentito. Infine, tramite un questionario, è stato chiesto ai partecipanti la loro opinione su comfort e usabilità del prodotto.

La fase sperimentale conferma che il tutore mobilizza la mano prima a livello delle articolazioni metacarpofalangeali e solo successivamente le articolazioni interfalangeali prossimali, a indicare un graduale spostamento da mano aperta a flessa. Contemporaneamente, il dispositivo è stato valutato comodo e leggero dai partecipanti al test.

Nel complesso, quindi, il device sembra fornire le corrette impostazioni alla mano, utili a proteggerla nel post-operatorio e, contemporaneamente, a supportarla nella fase riabilitativa. L’articolo, pubblicato in open source, è molto dettagliato, anche dal punto di vista prettamente progettuale. Al lavoro hanno collaborato il Korea Advanced Institute of Science and Technology, il Seoul National University Bundang Hospital e il Seoul National University Hospital.

Studio: C. B. Park, J. S. Hwang, H. S. Gong and H. -S. Park, A Lightweight Dynamic Hand Orthosis with Sequential Joint Flexion Movement for Postoperative Rehabilitation of Flexor Tendon Repair Surgery, in IEEE Transactions on Neural Systems and Rehabilitation Engineering