La stampa 3D sta rapidamente raggiungendo vari ambiti della medicina, compresa l’ortopedia.

Ricercatori del Dipartimento di Chirurgia Ortopedica del Centro per le Malattie Articolari del Chonnam National University Hwasun Hospital di Hwasun, in Corea, hanno presentato gli usi già diffusi di questa tecnologia (Woo SH, Sung MJ, Park KS, Yoon TR. Three-dimensional-printing Technology in Hip and Pelvic Surgery: Current Landscape. Hip Pelvis. 2020 Mar;32(1):1-10). Vale a dire:

  • stampa di modelli anatomici del paziente per pianificare e simulare l’intervento chirurgico, che diventa così ancora più preciso
  • produzione di strumenti operatori personalizzati
  • creazione di protesi 3D attraverso la tecnologia additiva, particolarmente utili quando si utilizza un pattern trabecolare. Questa tecnica consente di ottenere protesi meccanicamente stabili e biocompatibili che favoriscono l’osteointegrazione
  • la produzione di protesi stampate in 3D, particolarmente utili quando il paziente ha un acetabolo privo di parte dell’osso.

Nel loro insieme, queste tecnologie permettono di migliorare gli interventi e ridurre sia il tempo operatorio sia l’esposizione a dosi radianti.
Inoltre, e non è poco, esse consentono di effettuare un’artroplastica anche su pazienti con anatomie complesse.

Lo studio evidenzia, tuttavia, la necessità di individuare linee guida per utilizzare queste tecnologie in modo sempre più appropriato e per il maggior vantaggio dei pazienti.

Stefania Somaré