Riammissioni per lesione spinale, una panoramica italiana

306

Le lesioni spinali sono patologie complesse che portano disabilità e spesso favoriscono l’insorgere di una serie di complicanze, soprattutto a carico della cute, dell’apparato urinario e di quello respiratorio. Non solo. I pazienti spesso interrompono le relazioni sociali e hanno difficoltà nel seguire il follow-up.
Questi sono solo alcuni dei motivi che causano nuovi ricoveri, che hanno peraltro un alto costo sociosanitario e impattano sia sulla vita del paziente e della sua famiglia sia sul sistema sanitario.

Uno studio prospettico osservazionale italiano, che ha coinvolto 31 centri esperti in 13 Regioni, ha analizzato le cause di queste riammissioni in ospedale e la loro durata.
I dati più recenti risalgono a 15 anni fa, quando le cause principali di queste riammissioni erano condizioni acute, come polmoniti, infezioni, condizioni urologiche da operare, oppure situazioni legate alla riabilitazione, come dolore, spasticità o necessità di fisioterapia respiratoria.

Questo nuovo studio ha incluso pazienti con lesione spinale di natura traumatica e non traumatica, per un totale di 1039 pazienti con età media 46 anni riammessi in uno dei 31 centri esperti.
La proporzione maschio/femmina di questo campione è di 5,7:1, l’85% dei pazienti è uomo. Considerando, invece, il tipo di lesione spinale, il 43% del campione è tetraplegico, mentre il 54% paraplegico.

Inoltre, il 49% dei soggetti ha una lesione in T1-S5 gruppo ABC, il 27% una lesione in C5-C8 gruppo ABC, il 12% una lesione in C1-C4 gruppo ABC e il 7% una lesione D.
Lo studio consente di trarre altre informazioni. Nel 76% dei casi, i pazienti arrivano in ospedale dal proprio domicilio, il 13% da un precedente ricovero in Medicina Generale per acuti e l’11% da un centro specializzato in lesioni spinali di un’altra area geografica.

Interessante osservare che il 28% di questi pazienti hanno lesioni traumatiche e vengono riammessi in centri specialistici di una diversa Regione rispetto al domicilio, a testimoniare l’esistenza di una migrazione sanitario, soprattutto dal Sud al Nord e al Centro, ma anche dal Centro al Nord.
Succede così che 1/3 dei pazienti ricoverati nei centri settentrionali per le lesioni spinali viene da un’altra area geografica.
Lo studio rileva, tra i problemi principali che portano a tornare in ospedale, vi sono piaghe da decubito (45%), problemi muscoloscheletrici (40%), disturbi urologici (26%), spasticità (17%), disfunzioni sessuali (16%), problemi respiratori (7%), problemi intestinali (4%) o per gestire il dolore (1%).

Spesso i pazienti hanno più di un problema, il che richiede una gestione complessa, nella maggioranza dei casi con più di un intervento anche invasivo, come dimostra la lunghezza media del ricovero, che è di 29 giorni.
Il 95% di questi pazienti è stato poi dimesso direttamente a casa, mentre il 2% ha richiesto un ricovero in reparto di Medicina Generale per Scuti, il 2% è stato inviato in un centro di riabilitazione e l’1% ha necessitano di assistenza domiciliare.
Il punto più interessante emerso dallo studio è senza dubbio quello che riguarda la migrazione sanitaria, che ha un costo importante per le Regioni e il sistema sanitario nel suo complesso. Gli autori sottolineano l’esigenza di trovare soluzioni.

(Lo studio: Franceschini, M., Cecconi, L., Bonavita, J. et al. Causes and length of stay of readmission among individuals with traumatic spinal cord injury: a prospective observational cohort study. Spinal Cord (2023). https://doi.org/10.1038/s41393-023-00874-6)