Lesioni di menisco, nuovi risultati dallo studio DREAM

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La lesione del menisco è tra gli infortuni più frequenti del ginocchio, con un’incidenza stimata che va, nella popolazione generale, tra i 60 e i 70 casi ogni 100.000 soggetti.
Due le fasce d’età più colpite: quella degli over 50, dove la lesione è più facile perché il tessuto tende ormai a degenerare, e quella dei trentenni-quarantenni, causata invece da traumi.

Non mancano poi casi tra i più giovani, soprattutto se atleti. Questo tipo di lesioni può essere trattato in modo conservativo o tramite chirurgia: la ricerca sta cercando di capire quale dei due approcci sia il più efficace e in quali pazienti.

Lo studio danese DREAM ha proprio questa funzione. Di recente gli autori hanno pubblicato nuovi risultati, che si aggiungono a quelli del 2022, che ponevano l’accento sulla mancata differenza di outcome tra i pazienti trattati con chirurgia precoce e quelli sottoposti invece a un programma riabilitativo di 12 settimane, arricchito da informazioni di educazione sanitaria.

DREAM è uno studio randomizzato e controllato al quale partecipano 121 soggetti con lesione meniscale ed età compresa tra i 18 e i 40 anni.
In questa nuova pubblicazione gli autori si concentrano su un sottogruppo del campione di partenza, selezionando solo 63 pazienti, 30 da un gruppo e 33 dall’altro, per i quali si sono registrati i sintomi basali.

A questi soggetti è stato chiesto a 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi, di rispondere a uno dei punti del Knee Injury and Osteoarthritis Outcome Score (KOOS) per valutarne i cambiamenti nella sintomatologia.
Come outcome secondario, lo studio prende poi in considerazione il KOOS4, la sottoscala 5 KOOS e il Western Ontario Meniscal Evaluation Tool (WOMET).

Questo secondo studio mette in evidenza la superiorità dell’approccio chirurgico rispetto a quello conservativo.
Su 55 pazienti che sono arrivati alla fine dello studio, infatti, il 69% del gruppo sottoposto a riabilitazione lamentava ancora sintomi meccanici alla fine del programma, mentre nel gruppo operato la percentuale scende al 35%.

La questione non migliora se si pongono a confronto i risultati intermedi, a 3 e 6 mesi: gli autori sottolineano infatti che la differenza di rischio in qualsiasi momento era del 28,7%, mentre il rischio relativo del 1,83.
Letti insieme ai risultati del 2022, si può dire che l’intervento chirurgico precoce probabilmente aumenta la possibilità di risolvere i sintomi meccanici, appunto, anche se non sembra avere effetto sul dolore, la funzionalità del ginocchio e la qualità di vita. Nessuna differenza è stata invece rilevata per gli outcome secondari.

È probabile che lo studio darà ancora risultati, perché sin qui non è stato possibile capire quale dei due approcci sia davvero migliore.
Molte le realtà danesi che collaborano a questo progetto, partendo dalla coordinatrice University of Southern Denmark e dal Silkeborg Regional Hospital, passando per i centri ospedalieri Næstved-Slagelse-Ringsted Hospitals, dal Amager-Hvidovre Hospital, Ospedale Universitario di Copenhagen, dall’Aarhus University Hospital e dal Lillebælt Hospital Vejle.

(Lo studio: Damsted C, Thorlund JB, Hölmich P, Lind M, Varnum C, Villumsen MD, Hansen MS, Skou ST. Effect of exercise therapy versus surgery on mechanical symptoms in young patients with a meniscal tear: a secondary analysis of the DREAM trial. Br J Sports Med. 2023 Mar 6:bjsports-2022-106207. doi: 10.1136/bjsports-2022-106207. Epub ahead of print. PMID: 36878666)