Protesi inversa di spalla e fattori di rischio per infezione periprotesica

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Da quando, nel 2004, è stata introdotta per la prima volta, la protesi inversa di spalla si è diffusa molto, soprattutto in pazienti con artrosi gleno-omerale, arrivando a coprire nel mondo il 44% del totale delle protesi.
Rispetto alla protesi anatomica, però, questo impianto presenta un rischio cinque volte maggiore di sviluppare complicanze post operatorie, la più pericolosa delle quali è forse l’infezione periprotesica, a sua volta con un tasso due volte maggiore (il tasso di complicanze per questo genere di impianto è del 15% e il tasso d’infezione è del 5%).

Uno studio retrospettivo del Maimonides Medical Center e della State University of New York (SUNY) Downstate, entrambi a Brooklyn, punta a individuare i fattori di rischio associati alle infezioni periprotesiche che si sviluppano entro due anni dall’intervento.
Gli autori si sono basati su un database nazionale con dati tra 2005 e 2014, comprendenti 51.824 pazienti trattati con protesi per gonartrosi glenomerale. Tra questi, 879, pari all’1,69%, hanno sviluppato un’infezione periprotesica nei due anni successivi l’intervento: sono stati quindi inseriti nel gruppo di studio.

Utilizzando un’analisi del Chi-Square, i ricercatori hanno quindi analizzato le caratteristiche demografiche del gruppo, evidenziando un valore di Elixhauser comorbidity index (ECI) superiore rispetto a quello del controllo: 8 contro 6.
Più in dettaglio, gli autori hanno individuato altri parametri associati a maggior rischio di sviluppare infezione dopo l’impianto.
Essere di genere maschile è il fattore predominante.

Accanto a questo hanno poi un peso importante alcuni fattori modificabili, che possono essere opportunamente valutati dal chirurgo prima dell’intervento per stabilire protocolli di follow-up più approfonditi, al fine di prevenire le infezioni.
Si parla di anemia da carenza di ferro, che incide sulla salute dei tessuti, della perdita patologica di peso e dell’obesità.
Altri parametri presi in considerazione si sono invece rilevati inutili per la prevenzione delle infezioni periprostetiche di spalla: aritmia, artrite reumatoide e depressione. Le protesi di spalla sono in crescita anche in Italia.

Secondo l’ultimo Report Annuale 2021 del Registro Italiano ArtroProtesi (RIAP) nel 2020 su 912 interventi di artroplastica totale di spalla, 821 sono stati effettuati utilizzando un impianto inverso.
È noto che il Registro fornisce uno sguardo generale sul settore della protesica, dato che la partecipazione è su base volontaria, tuttavia dà indicazioni interessanti. Se è vero che il 5% di coloro che ricevono una protesi inversa di spalla sono a rischio di sviluppare una infezione periprostetica, le informazioni aggiunte dallo studio del team di Brooklyn potrebbero essere utili per definire al meglio i follow-up.

(Lo studio: Walocha D, Bogdan P, Gordon AM, Magruder ML, Conway CA, Razi AE, Choueka J. Risk factors for the development of a peri-prosthetic joint infection up to 2 Years following primary reverse shoulder arthroplasty. J Orthop. 2022 Nov 9;35:69-73. doi: 10.1016/j.jor.2022.11.007. PMID: 36411844; PMCID: PMC9674881)

Stefania Somaré