È la domanda dalla quale ha preso le mosse uno studio canadese apparso su Spinal Cord Series and Cases, valutando le conoscenze e le competenze di chi opera in realtà prive di centri esperti in lesioni spinali.

Punto di partenza del lavoro sono state interviste telefoniche semi-strutturate della durata di 25-45 minuti fatte a sette terapisti che lavorano in centri non esperti in lesioni spinali e che abbiamo effettuato interventi su almeno un paziente con lesione spinale nei 18 mesi precedenti.

Le interviste sono state registrate così da poterle riascoltare e valutare in un secondo momento. Tre gli aspetti presi in considerazione: conoscenza esistente dell’activity-based therapy (ABT), implementazione della stessa nel lavoro con soggetti con lesione spinale e prospettive future.

Ogni intervista è iniziata con la definizione di ABT, ovvero: “attivazione neuromuscolare ripetitiva al di sotto del livello della lesione spinale, tipicamente ottenuta attraverso una pratica di movimento intensiva e specifica per attività”.

La totalità dei partecipanti non aveva mai sentito il termine o, comunque, non ne conosceva a fondo il significato. Ciò che emerge dallo studio, però, è che a seguito di una approfondita discussione rispetto all’ABT, gli interpellati riconoscono i concetti base del metodo e trovano parallellismi con gli strumenti da essi stessi utilizzati.

Ammettono però la difficoltà di applicare l’ABT nella sua totalità in un centro non esperto, sia per mancanza di una conoscenza specializzata che di risorse per poter implementare il metodo. Infine, esistono limiti di tempo.

L’importanza di migliorare i centri esperti

Lo sappiamo tutti, davanti a una lesione spinale è importante essere seguiti da un centro esperto perché in questi modo si è certi di ricevere i trattamenti migliori e le possibilità di miglioramento aumentano.

Ma se il paziente vive a grande distanza dal centro esperto? E se ha difficoltà con i trasporti? E se preferisce farsi curare vicino a casa propria? Domande lecite, alle quali occorre fornire una risposta adeguata da un punto di vista sanitario per garantire a tutti di poter ricevere le cure migliori senza dover rinunciare al comfort. Da qui l’esigenza di migliorare lo standard dei centri non esperti in lesioni spinali.

Dallo studio emerge il desiderio dei terapisti di apprendere qualche strumento in più da mettere nella propria borsa degli attrezzi, anche attraverso dei corsi a distanza. Per sentirsi più pronti e strutturati e poter svolgere meglio il proprio lavoro.

Il Canada è certamente una realtà più grande di quella italiana ed è forse più difficile per un paziente con lesione spinale raggiungere un centro esperto per il proprio percorso riabilitativo, ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo territori difficili. Non è detto che un nostro terapista di centro non esperto si trovi a dover lavorare con un paziente lesionato. Questo studio fornisce alcuni spunti per eventuali approfondimenti nostrani.

Studio: Cesca, N., Lin, C., Abu-Jurji, Z. et al. Exploring knowledge and implementation gaps of activity-based therapy in centers lacking specialized spinal cord injury services: understanding therapists’ perspectives. Spinal Cord Ser Cases 10, 14 (2024).