Lesioni medio-piccole alla cuffia dei rotatori: intervento o fisioterapia?

Uno studio norvegese mette a confronto gli esiti a due settimane dalla lesione in un pool di pazienti, evidenziando la superiorità dell’atto chirurgico.

Gli specialisti di spalla non sono concordi rispetto al miglior modo d’intervenire su lesioni della cuffia dei rotatori a tutto spessore di dimensione inferiore ai 3 cm circa.

Per capire se la chirurgia sia o meno superiore alla fisioterapia, e viceversa, un team di ricerca norvegese ha avviato parecchi anni fa uno studio randomizzato, coinvolgendo 103 pazienti: alcuni sono stati operati e altri hanno seguito un percorso fisioterapico.

Nel primo caso, dopo l’intervento la spalla è stata immobilizzata per 5-6 settimane, avviando però da subito un protocollo di mobilizzazione passiva, cui aggiungere esercizi attivi di articolarità a partire dalle 6 settimane e di rinforzo a partire dalle 12 settimane. Il gruppo seguito con fisioterapia, invece, ha partecipato a 2 sessioni settimanali da 40 minuti per 12 settimane, con riduzione della frequenza tra le 6 e le 12 settimane.

Gli autori hanno già confrontato gli esiti dei due gruppi a 5 e 10 anni dall’intervento, evidenziando esiti migliori nel gruppo sottoposto a riparazione tendinea. Ora l’intento è confrontare gli esiti a 15 anni.

La misura presa in considerazione è il Constant Score, una valutazione in parte soggettiva e in parte oggettiva della funzionalità di spalla. Accanto a questo score si prende in considerazione la parte soggettiva dell’American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES) Score, la forma breve (SF-36) dell’Health Survey, e si misurano dolore, mobilità, forza articolare e soddisfazione del paziente. Inoltre, si prendono in considerazione eventuali allargamenti della lesione.

Intervento più efficace della fisioterapia

Partecipa a questo studio l’81% del campione originale, pari a 83 pazienti, 43 operati e 40 trattati in modo conservativo; 15 di questi ultimi pazienti nell’arco dei 15 anni trascorsi dalla lesione iniziali hanno dovuto essere operati.
Vediamo l’andamento degli indici presi in considerazione. Il Constant Score è pari a 79.9 punti nei pazienti operati, mentre è di 68,5 punti in quelli seguiti con fisioterapia. La differenza è di 11,8 punti.

Che dire dell’ASES Score? Anche in questo caso, si osservano esiti migliori nel gruppo operato, con una differenza di 13,9 punti. Anche l’indice del dolore è migliore nel primo gruppo, sia da fermi sia in movimento, ovvero adduzione e flessione. Per concludere, anche la soddisfazione dei pazienti è maggiore nel gruppo sottoposto a operazione rispetto a quello trattato con fisioterapia.

Vi sono, infine, outcome che non raggiungono la soglia di significatività, ma che comunque seguono il trend di quelli visti sin qui: la forza della spalla e lo score SF-36.

Quanto, invece, alla dimensione delle lesioni non trattate, gli autori osservano un lento ma costante ingrandimento delle lesioni, passate in 15 anni da una media di 1,62 cm a 3,16 cm nella direzione antero-posteriore e da una media di 1,6 cm a 2,69 cm nella direzione medio-laterale.

Lo studio: Moosmayer, S. MD, PhD1,a; Lund, G. PT2; Seljom, U. Sire PT2; Haldorsen, B. PT2; Svege, I.C. PT2; Hennig, T. OT3; Pripp, A.H. PhD4; Smith, H.J. MD, PhD5. Fifteen-Year Results of a Comparative Analysis of Tendon Repair Versus Physiotherapy for Small-to-Medium-Sized Rotator Cuff Tears: A Concise Follow-up of Previous Reports*. The Journal of Bone and Joint Surgery ():10.2106/JBJS.24.00065, August 23, 2024. | DOI: 10.2106/JBJS.24.00065