Molti dei pazienti che hanno subito un ictus presentano alterazioni del passo, legate in gran misura alla perdita di forza nei muscoli flessori plantari che, a sua volta, rende difficile gestire il piede nella fase medio-terminale del passo o in quella di propulsione dal suolo. Di fatto, la persona fatica a camminare, rallenta la velocità di crociera e, nel tempo, risente dell’aumentata fatica richiesta per muoversi, riducendo di fatto il tempo dedicato a camminare e meno ci si muove, più la debolezza muscolare prende il sopravvento, creando una sorta di processo vizioso.

Per facilitare il passo di questi pazienti si possono usare tutori o device ad hoc. Tra questi vi sono anche le AFO dinamiche passive, dispositivi disegnati per mimare la maggior parte della funzionalità del piede legata ai flessori plantari.

Uno studio statunitense, guidato dal Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell’Università del Delawere, ha valutato l’efficacia di una AFO dinamica passiva con rigidità costumizzata nel ridurre il costo totale dello spostamento e nel migliorare la velocità e le biomeccaniche del passo. Gli autori valutano, inoltre, la soddisfazione dei pazienti. Le condizioni di confronto sono il passo senza alcun supporto e il passo con il supporto di una AFO standard.

Il protocollo di studio

I partecipanti sono stati sottoposti inizialmente a una serie di indagini. In particolare hanno condotto un test del passo senza supporto di un dispositivo, se possibile, o con AFO standard se impossibile, per misurare la velocità del passo basale di ogni paziente, e un’analisi del passo per valutarne la biomeccanica. A questo punto gli autori hanno realizzato una AFO dinamica passiva personalizzata per ogni partecipante.

Durante la seconda visita, le AFO sono state adattate da un tecnico ortopedico e poi ogni paziente ha eseguito nuovamente il test del passo alla velocità basale, per abituarsi a dispositivo, e poi alla nuova velocità consentita.

Inoltre, ogni paziente ha risposto al questionario “Orthotics and Prosthetics User Survey” (OPUS) e al questionario “Quebec User Evaluation of Satisfaction with assistive Technology” (QUEST). Durante una terza visita, infine, i pazienti hanno potuto adattarsi al meglio al nuovo dispositivo, per poi sottoporsi a una nuova analisi del passo per valutarne gli effetti sulla biomeccanica. Vediamo i risultati ottenuti.

Gli esiti dello studio

Sono in tutto 20 i pazienti arruolati per lo studio che hanno partecipato a tutte e 3 le visite, arrivando in fondo al percorso. Data l’alta variabilità che caratterizza i pazienti post stroke, gli autori hanno trovato risposte parecchio disomogenee all’uso del tutore personalizzato. C’è però un dato significativo: la AFO dinamica passiva, personalizzato riduce il costo di trasporto e migliora la velocità del passo rispetto all’AFO standard e al passo senza supporto. Tuttavia, questo dispositivo non mostra impatto sulla biodinamica del passo.

Pertanto questo lavoro pone le basi per ulteriori approfondimenti, ma non offre tutte le risposte. Fermandoci a quanto evidenziato, si può osservare che la riduzione della fatica associata al passo può di per sé incentivare i pazienti a muoversi maggiormente, il che può portare vantaggi tanto sul piano fisico, quanto su quello psicologico del paziente.

Lo studio: Skigen JT, Koller CA, Nigro L, Reisman DS, McKee Z, Pinhey SR, Henderson A, Wilken JM, Arch ES. Customized passive-dynamic ankle-foot orthoses can improve walking economy and speed for many individuals post-stroke. J Neuroeng Rehabil. 2024 Jul 29;21(1):126.