Lesioni delle cartilagini articolari, più a rischio sport che richiedono rotazioni

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Ogni sport ad alto livello porta con sé rischi per le cartilagini dell’anca. Saperlo può aiutare a decidere come intervenire sugli atleti che ne avessero necessità.

In occasione dell’Annual Meeting dell’American Orthopaedic Society for Sports Medicine, tenutosi a Washington D.C verso metà luglio, il dott. Aaron J. Casp, specialista in Medicina dello Sport della Heersink School of Medicine dell’Università dell’Alabama di Birmingham, ha esposto i dati di uno studio che sta conducendo con i propri colleghi su atleti professionali, o dei college, già sottoposti ad artroscopia primaria dell’anca per conflitto femoro-acetabolare.

I dati ottenuti dallo studio

Lo studio vede la partecipazione di 431 atleti. Gli autori hanno valutato e messo a confronto eventuali lesioni alla cartilagine dell’anca, tenendo conto della localizzazione, dimensione e gravità. Inoltre, hanno cercato di individuare l’esistenza di una possibile correlazione di queste lesioni con la tipologia di sport praticato.

Infine, gli autori hanno classificato i pazienti in base a movimenti dell’anca che aumentano il rischio di sviluppare lesioni cartilaginee dell’anca: movimenti di rotazione, ripetitivi, con range of motion eccessivi, movimenti di contatto e ad alta velocità.

Il 95% dei pazienti valutati presenta una lesione di qualche tipo. Nel 51% dei casi, queste sono già gravi, classificate di grado 3 o 4. Secondo i dati riportati, lesioni gravi occorrono maggiormente in soggetti che praticano sport ricchi in movimenti di rotazione, come il football, il calcio e il baseball. Lo stesso si può dire per chi pratica sport di contatto. Entriamo più nel dettaglio.

A ogni sport il proprio difetto cartilagineo dell’anca

Come abbiamo visto dalla percentuale di pazienti che hanno ricevuto diagnosi di lesione alla cartilagine articolare dell’anca con l’artroscopia primaria, tutti gli sport praticati a un certo livello possono portare danno.

Lo studio del dott. Casp e colleghi, tuttavia, offre allo specialista una classificazione di rischio utile per decidere come muoversi quando un atleta di alto livello presenta sintomi da conflitto femoro-acetabolare.

Per esempio, gli sport che richiedono frequenti ed eccessive rotazioni delle anche favoriscono lesioni di grado 3 e 4, spesso combinate, a livello della testa del femore e dell’acetabolo, mentre gli sport di contatto ledono quasi solo la componente acetabolare dell’articolazione, sebbene con lesioni di alto grado.

Quanto agli altri sport, quelli non ad alta velocità favoriscono l’insorgenza di lesioni alla testa del femore, mentre quelli che non richiedono range of motion estremi corrono maggior rischio di sviluppare lesioni gravi rispetto agli altri.

Secondo gli autori è importante capire come queste lesioni evolvono nel corso della carriera del paziente e come possono impattare sulla loro longevità di sportivi.

(Lo studio: Casp AJ, et al. Paper 11. Presented at: American Orthopaedic Society for Sports Medicine Annual Meeting; July 12-16, 2023; Washington D.C.)