Fratture del calcagno, quando riprendere a caricare il piede?

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Le linee guida per il trattamento postoperatorio di soggetti con frattura del calcagno prevedono di non caricare il piede leso per 8-12 settimane, ma è davvero necessario? Per rispondere a questa domanda, un gruppo di ricerca dei Paesi Bassi ha condotto uno studio, interpellando con un questionario online chirurghi ortopedici e traumatologi olandesi, con l’intento di capire quali indicazioni forniscono ai propri pazienti e con quali esiti. 30 le domande: 23 a risposta multipla e 7 aperte.

Con le loro domande, gli autori volevano carpire informazioni su: valutazione preoperatoria, perioperatoria e postoperatoria; frequenza con cui si cura la lesione oggetto del questionario; dati anagrafici ed esperienza lavorativa; preferenza rispetto a un tipo di trattamento; preferenze radiografiche; tempo di attesa prima di un intervento per frattura del calcagno; uso del fluoroscopio; uso di antibiotici; valutazione e criteri per definire che il trattamento è andato bene; ricovero post-operatorio; considerazione sul carico del peso e sulla riabilitazione; complicanze associate all’intervento; domande conclusive.

Come si desume, il questionario è molto approfondito. In tutto gli autori hanno ricevuto 75 risposte, 54 da chirurghi del trauma e le rimanenti 19 da chirurghi ortopedici, tutti con un’esperienza minima di 14,1 anni nel trattare fratture del calcagno.
La maggior parte dei partecipanti afferisca a un ospedale di II livello (52%), mentre il 31% a una struttura di I livello e solo il 17% a una di III livello. Dalle risposte fornite, si vede che nella maggior parte degli ospedali coinvolti le fratture del calcagno operate sono tra le 11 e le 20 l’anno.
Nella maggior parte dei casi, i chirurghi hanno detto di diagnosticare la presenza di frattura osservando l’articolazione sub-talare su una scansione TC. La classificazione più usata è quella di Sanders.

Quando l’intervento è richiesto, il tempo giusto di attesa sta tra i 9 e i 10 giorni, sempre secondo l’opinione degli interpellati. Ma cosa accade nel postoperatorio? In media, il paziente resta in ospedale 2,2 giorni, avendo indicazione di non caricare il piede per 8-12 settimane dal 33% dei chirurghi, mentre il 47% suggerisce di iniziare a caricare il piede una volta guarita la ferita.

Nel complesso, il 96% dei chirurghi interpreta le linee guida in modo più libero, magari valutando caso per caso, e comunque basandosi sulla propria esperienza professionale. Si vede, quindi, che per la maggior parte dei professionisti olandesi non è necessario seguire in modo stretto le indicazioni rispetto al carico del piede operato, partendo comunque con carichi bassi, magari supportati da una stampella, per poi aumentarli gradualmente. Sembra, quindi, che il paradigma stia cambiando.

L’articolazione della caviglia si irrigidisce facilmente e un fermo di 8-12 settimane può tradursi in difficoltà al passo una volta che si riprenda a camminare. Occorre quindi individuare un compromesso tra esigenza di dare al calcagno il tempo di guarire e quello di mantenere attiva la caviglia.

Nel complesso, le fratture del calcagno hanno una incidenza di 11.5 caso ogni 100,000 abitanti l’anno, maggiore di 2,6 volte negli uomini rispetto alle donne. Lo studio è pubblicato su “European Journal of Orthopaedic Surgery & Traumatology”.

(Lo studio: Verstappen, C., Driessen, M.L.S., Kalmet, P.H.S. et al. Are the non-weight bearing guidelines for the after treatment of calcaneal fractures still decisive? A Dutch survey among orthopaedic and trauma surgeons. Eur J Orthop Surg Traumatol (2023). https://doi.org/10.1007/s00590-023-03637-4)