Il numero di fratture del femore è in aumento in tutto il mondo, così come l’età media della popolazione: una sfida che richiede ai chirurghi ortopedici di individuare il miglior percorso di cura paziente-specifico. Perché ciò possa succedere, è importante poter definire in modo preciso la gravità della frattura stessa.
Se non ben trattata, la frattura di femore produce disabilità e perdita di autonomia, che in un soggetto anziano possono significare un crollo psico-fisico e un aumentato rischio di morte.
Un recente studio cinese, pubblicato su Journal of Orthopaedic Surgery and Research, si concentra su un particolare tipo di frattura del collo del femore, quella classificata come Garden III, ovvero fratture scomposte ingranate in varo, per le quali la migliore scelta di intervento dovrebbe essere l’osteosintesi nei pazienti giovani e l’artroplastica in quelli anziani.
Gli autori si domandano però se l’indice anteroposteriore di Garden sia davvero capace di definire la gravità della dislocazione e di fornire un’indicazione di prognosi per il paziente sottoposto a intervento. Non solo, questo indice è usato dal chirurgo per progettare l’intervento.
Lo studio
Il razionale di questo studio sta nel fatto che, all’osservazione, il dislocamento della fratture del femore dei pazienti Garden III può essere molto variabile. Gli autori hanno, quindi, arruolato 110 pazienti con frattura di femore Garden III, 58 maschi e 52 femmine, con fratture derivate per lo più da una caduta o da incidenti stradali, per valutare la ripetibilità dell’indice al centro dello studio. Età media del campione, 65 anni circa.
Molti dei pazienti hanno presentato comorbidità legate all’età, come ipertensione, patologia coronarica, patologia respiratoria cronica, osteoporosi e diabete. L’indice Garden ortostatico medio del campione è di 135°, con una variabilità di ± 16°. Gli autori sono però interessati alla ripetibilità dell’indice, che se alta ne supporterebbe la validità. Quindi, per ogni paziente si è calcolato l’indice anteroposteriore di Garden più volte: 2 dallo stesso osservatore, così da definite la interoperabilità, e varie volte da osservatori diversi, per stabilire l’intraoperabilità.
I risultati ottenuti sono soddisfacenti: più del 90% per l’intraoperabilità e più dell’80% per l’interoperabilità. Inoltre, gli autori hanno anche calcolato la correlazione tra indice di Garden e l’area della superficie di contatto della frattura che varia con il grado di dislocamento.
Buona correlazione tra indice e dislocamento
Per questa valutazione è stato usato un sottocampione dello studio, composto da 56 pazienti. Per ognuno si è cercata la correlazione tra l’indice di Garden e l’area della superficie di contatto della frattura da una parte, e la distanza del collo del femore dall’altra, entrambe misurate su una scansione TC.
Nel primo caso è stata trovata una correlazione positiva, mentre nel secondo una negativa: ciò suggerisce, a detta degli autori, che l’Indice anteroposteriore di Garden sia un buono strumento per valutare le fratture del collo di femore Garden III.
Studio: Cong, B., Han, Z. & Zhang, H. Exploring the displacement characteristics of Garden III femoral neck fractures and the reliability, validity, and value of the anteroposterior Garden Index in assessing displacement severity. J Orthop Surg Res 18, 797 (2023).