Frattura di clavicola, nuove linee guida dalla AAOS

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Le fratture di clavicola rappresentano circa il 2,6% di tutte le fratture che occorrono in un anno e presentano un picco di frequenza tra bambini e adolescenti: nella fascia d’età 13-20 anni sono circa il 33% delle fratture maschili e circa il 20% di quelle femminili.

Spesso il trattamento conservativo è sufficiente, sia per fratture composte sia per le scomposte. Il meccanismo di frattura nell’87% dei casi è di natura traumatica e dovuto a caduta sulla spalla per incidente stradale o sportivo: nel 39% dei casi da ciclismo, nel 26% da incidente d’auto, nel 17% da incidente in moto e nel 17% da corsa.

L’American Academy of Orthopaedic Surgeons ha pubblicato nuove linee guida sul trattamento delle fratture di clavicola. Per bambini e ragazzi non si aggiunge nulla di nuovo, non ci sono infatti evidenze che l’intervento chirurgico dia esiti migliori in questa fascia d’età rispetto all’approccio conservativo. Si suggerisce, però, l’uso di un tutore per immobilizzare l’arto, piuttosto che il bendaggio a otto.

Nel caso di fratture nell’adulto, l’AAOS indica l’intervento chirurgico come più efficace per trattare fratture scomposte diafisarie, sia in termini di outcome sia di union rate.
Sempre in merito alle fratture diafisarie della clavicola, si evidenziano risultati clinici simili, in termini di outcome e complicanze a lungo termine, sia utilizzando chiodi intramidollari sia  ricordando a piastre singole.

A queste evidenze se ne aggiungono altre, pur con raccomandazione limitata: la prima suggerisce che l’uso di piastre antero-inferiori si associ a un minore tasso di rimozione dell’impianto rispetto all’uso di piastre superiori, mentre la seconda che le dimensioni delle piastre sia poco importante. In particolare, usarne due da 2,7 mm o più piccole, invece di una da 3,5 mm, sembra portare gli stessi esiti.
In presenza di fratture della clavicola laterale, invece, viene indicato l’uso di piastre di bloccaggio laterali, piuttosto che di piastre a gancio, perché ci sono evidenze moderate che queste danno minori complicanze e outcome migliori.

Infine, qualora sia sufficiente un trattamento conservativo per queste fratture, si sconsiglia l’utilizzo di ultrasuoni pulsati a bassa intensità, perché non accelerano la guarigione e non riducono il tasso di fratture che non si rinsaldano.

Per quanto riguarda i fattori di rischio non modificabili, ovvero età e genere, le linee guida sono chiare: non ci sono evidenze che queste influenzino in qualche modo il processo di guarigione. Ciò non significa che non vi siano correlazioni, ma piuttosto che sono ancora poco studiate e quindi, per ora, non è possibile pronunciarsi in un senso o nell’altro.

Diverso il discorso per i fattori di rischio modificabili, come il fumo di sigaretta: sebbene limitate, ci sono evidenze che questa abitudine interferisca con la guarigione della frattura, aumentando il rischio di incorrere in una nonunion. Il chirurgo deve sapere se il paziente fuma o meno, perché ciò potrebbe cambiare la prognosi, anche da riferire al paziente.

(American Academy of Orthopaedic Surgeons Treatment of Clavicle Fractures Evidence-Based Clinical Practice Guideline https://www.aaos.org/claviclefractures Published December 2, 2022. Accessed January 30, 2023)

Stefania Somaré