Forza degli abduttori della spalla e lesione alla cuffia dei rotatori, esiste una correlazione?

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La spalla è l’articolazione più mobile del corpo. Se gli arti inferiori ci consentono di spostarci nello spazio, quelli superiori hanno il pregio di consentirci la maggioranza delle azioni compiute nella quotidianità.

Forse anche per questa ragione, con l’aumentare dell’età media, si assiste a un aumento dell’incidenza delle patologie di spalla. Un fenomeno da studiare a fondo, per poter offrire le migliori risposte terapeutiche alla popolazione.

Ecco allora che uno studio dell’Università di Oxford ha cercato correlazioni tra le lesioni della cuffia dei rotatori e la forza dei muscoli abduttori di spalla, concentrandosi in particolare sulla popolazione anziana femminile.

Lo studio è stato condotto in collaborazione con le australiane Swinburne University of Technology e School of Health and Biomedical Sciences.
446 le donne coinvolte, tutte parte di un più vecchio studio incentrato su osteoporosi e artrosi, il Chingford study.
Le partecipanti sono state sottoposte a valutazione bilaterale di spalla, con test di forza, esame della muscolatura ed ecografia e hanno inoltre completato dei questionari, in particolare per calcolare l’Oxford Shoulder Score e per avere indicazioni rispetto a dolore precedente ed eventuali trattamenti o dispositivi medici già utilizzati.

Le donne sono state quindi divise in gruppi in base allo stato della cuffia dei rotatori: soggetti senza lesioni; con lesioni parziali ai tendini; con lesioni a tutto spessore inferiori a 2,5 cm; lesioni a tutto spessore maggiori di 2,5 cm. Gli autori hanno così messo in evidenza differenze nella forza muscolare dell’arto associato alla spalla lesa.

In particolare, in soggetti senza lesioni il muscolo abduttore riesce a esercitare una forza di 42 Newton (N), mentre in presenza di lesioni questa si riduce gradualmente, andando da 39.8N a 33.4N e, infine, a 24.1N. La differenza statisticamente significativa riguarda la diversa forza dell’abduttore in una spalla normale o con lieve lesione e una con lesione superiore a 2,5 cm.

Tuttavia, una successiva analisi multivariata evidenza che la sola presenza di lesione non riesce a ridurre la forza di abduzione: questa di manifesta soprattutto quando vi siano dei cofattori, come l’aumentare dell’età, la presenza di dolore e la dominanza del braccio. Per esempio, questo muscolo perde tra il 33% e il 39% della sua forza dopo i 70 anni, in relazione alla presenza o meno di lesione e della sua estensione.

Dal punto di vista clinico, lo studio indica la necessità di sottoporre persone over 70 a esercizi di rinforzo muscolare, soprattutto se presentano patologia alla cuffia dei rotatori nell’arto non dominante: in questo modo si potrebbe prevenire la perdita di funzionalità dell’arto e le disabilità conseguenti. Dato il campione esclusivamente caucasico, questi risultati potrebbero essere generalizzati ma solo a donne della stessa etnia.

(Lo studio: Hinsley H, Ganderton C, Arden NK, et al, Relationship between shoulder abduction strength and rotator cuff tear in elderly women: a general population study, BMJ Open 2023;13:e071908. doi: 10.1136/bmjopen-2023-071908)