La caduta è un evento frequente nell’anziano e può determinare fratture anche importanti che ne ledono l’autonomia. Tra queste la piĂą grave è la rottura del collo del femore, che si associa non solo a perdita di autonomia, ma anche ad aumento della mortalitĂ . Questi fenomeni, se si possono ridurre con l’intervento chirurgico entro le 48 ore dall’evento fratturativo, non possono essere del tutto evitati.

L’anziano presenta, infatti, un equilibrio fisiologico estremamente delicato e una frattura con conseguente allettamento può determinare perdite di autonomia non solo a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, ma anche dell’ambito cognitivo. Non da ultimo, un trauma può riattivare o esacerbare patologie croniche.

Il ruolo degli exergame

Da tempo gli exergame sono sotto la lente di ingrandimento della ricerca che ne valuta l’efficacia in ambito riabilitativo per supportare tanto le funzioni cognitive quanto quelle motorie.

Un recente studio randomizzato mette a confronto due differenti protocolli domiciliari basati su giochi al computer nel ridurre il rischio di caduta dell’anziano che vive in comunitĂ : uno viene svolto da seduti e utilizza l’exergame per lo sviluppo cognitivo, mentre l’altro lavora in stazione eretta e, quindi, sul movimento.

Entrambi i protocolli vengono confrontati con un protocollo di intervento minimo, basato su opuscoli educativi sull’invecchiamento in salute e sulla prevenzione dalle cadute. Partecipano allo studio 769 pazienti, al 71% donne, suddivisi in modo casuale tra le tre coorti. Esito primario valutato dagli autori è il tasso di caduta, calcolato mensilmente per 12 mesi di fila.

Il razionale dello studio

In questo studio australiano (Exergame and cognitive training for preventing falls in community-dwelling older people: a randomized controlled trial), pubblicato su Nature Medicine, si evince chiaramente che un allenamento sostenuto da exergame è superiore a un percorso minimo nel ridurre il rischio di caduta, ma non si trovano dati a supporto della maggiore efficienza del percorso cognitivo rispetto a quello motorio, e viceversa.

Non c’è evidenza che i due protocolli portino benefici alle funzioni fisiche e cognitive dei pazienti coinvolti, mentre è chiaro che sono sicuri, non avendo determinato eventi avversi. Secondo gli autori questi risultati supportano l’uso di protocolli basati sugli exergame in movimento domiciliari per ridurre il tasso di caduta in anziani indipendenti che vivono in comunitĂ . Tra i vantaggi aggiunti c’è la richiesta di un equipaggiamento minimo, che rende questo genere di protocolli scalabili anche per i sistemi sanitari pubblici.

Hanno coordinato lo studio tre enti: il Neuroscience Research Australia di Randwick, la School of Biomedical Sciences dell’University of New South Wales di Sydney e il UNSW Ageing Futures Institute di Sydney.

Studio: Sturnieks, D.L., Hicks, C., Smith, N. et al. Exergame and cognitive training for preventing falls in community-dwelling older people: a randomized controlled trial. Nat Med 30, 98–105 (2024).