Anziani, attenzione al carico parziale dopo intervento ad arto inferiore

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Sono sempre di più gli anziani a essere sottoposti a interventi ortopedici agli arti inferiori, vuoi per la sostituzione dell’anca, vuoi per quella del ginocchio o per lesione ad altre strutture scheletriche. Generalmente quando si effettua un intervento di questo genere, nelle prime fasi riabilitative, si procede facendo caricare parzialmente il peso del paziente sull’arto operato, utilizzando come sostegno un tutore o delle stampelle… occorre tuttavia mantenere il carico entro certi parametri: un eccesso potrebbe determinare una mancata guarigione dell’osso, mentre un difetto potrebbe essere causa di “non union”, osteoporosi inattiva, trombosi, perdita di forza e massa muscolare. Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla tecnologia e, in particolare, da sensori di biofeedback che potrebbero aiutare gli anziani a caricare in modo corretto. Un recente studio tedesco, condotto dal Dipartimento di Traumatologia e Ortopedia del Klinikum Stuttgart Hospital di Stuttgart, valuta l’efficacia di questi dispositivi su un gruppo di 24 anziani, di età compresa tra i 61 e gli 80 anni. Si tratta di individui sani, ai quali è stato chiesto di imparare a camminare utilizzando le stampelle e un tutore per gamba inferiore, caricando tra i 15 e i 30 kg. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi: uno ha utilizzato anche il sensore di biofeedback per capire quanto caricare a ogni passo, mentre l’altro ha seguito istruzioni vocali, come da protocolli convenzionali. Una volta abituatisi a stampelle e tutore, i partecipanti hanno eseguito 3 diversi test: salire e scendere da una scaletta da bagno, camminare in piano e scendere le scale. Gli autori dello studio hanno confrontato i risultati ottenuti dai due gruppi per capire se il sensore di biofeedback fornisca o meno un valido supporto e se questo sia eventualmente superiore a quello del fisioterapista. Lo studio conferma la difficoltà dei soggetti di una certa età nell’effettuare carichi parziali sulla gamba e anche l’aiuto che possono ricevere da un sensore di biofeedback. Ma vediamo i risultati ottenuti, partendo dal gruppo seguito in modo convenzionale. Gli autori evidenziano come i consigli del terapeuta siano del tutto inefficaci durante l’esecuzione dell’esercizio con la scala del bagno, mentre negli altri due test la situazione migliora: sul piano i soggetti sono riusciti a tenere il carico tra 15 e 30 kg nel 32.3% dei passi, mentre sulle scale si è arrivati al 48.2%. Numeri ancora troppo bassi, soprattutto se si considera che nella maggioranza degli altri passi si è andati in overload. Nel secondo gruppo, invece, l’uso del biofeedback si è tradotto in una riduzione del carico in eccesso nel 25% sul piano, del 23% sulle scale in salita e del 24.4% sulle scale in discesa. Al tempo stesso, e forse proprio per questa ragione, i soggetti hanno rallentato e ridotto la lunghezza del passo, riuscendo però a camminare per più tempo. Lo studio suggerisce, quindi, che il team di riabilitazione ponga particolare attenzione ai pazienti anziani che devono iniziare a caricare dopo un intervento ortopedico a un arto inferiore, individuando strategie personalizzate che consentano loro di farlo al meglio, senza caricare in eccesso. I sensori di biofeedback possono essere un aiuto, in questa fase, ma anche un protocollo ben studiato può fare la differenza. Lo studio è pubblicato su “Journal of Orthopaedic Surgery and Research”.

(Lo studio: Merkle, T.P., Hofmann, N., Knop, C. et al. Can elderly individuals perform partial weight bearing on their lower limbs? A prospective cohort study using ambulatory real-time biofeedback. J Orthop Surg Res 18, 324 (2023). https://doi.org/10.1186/s13018-023-03807-4)