Ambulatori ortopedici: retrospettiva su oltre 20.000 casi

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Uno studio svolto tra Pakistan e Arabia Saudita ha indagato quali siano le tipologie di disturbi di cui soffrono i pazienti che si rivolgono ad ambulatori ortopedici e la frequenza con cui si presentano.
Lo studio è stato condotto analizzando retrospettivamente 23.495 casi riferiti agli anni dal 2013 al 2017, presso ambulatori di Jeddah.
L’82,5% delle diagnosi prese in considerazione si riferisce a soggetti maschi, l’età media del campione è tra i 19 e i 50 anni.

In linea con i dati internazionali, i ricercatori hanno individuato nella lombalgia il principale problema che spinge a rivolgersi a un ambulatorio ortopedico (26%) e hanno collegato il disturbo, in particolare, alla sedentarietà e all’obesità, senza dimenticare però altre condizioni associate, come  svolgere un lavoro pesante, lavorare molte ore al giorno, avere disturbi psicologici, mantenere posture errate ed essere insoddisfatti sul lavoro.

Seguono la lombalgia, le tendinopatie e le entesopatie (18,3%), le fratture (11%), l’artrite (10,6%), le lesioni leggere dei tessuti (9,9%), dolore non meglio specificato (7,4%), distorsioni ai legamenti (6,4%), problemi connessi al collo (4,8%), rigidità articolari (1,8%) e incidenti sportivi (1%).

Più nel dettaglio, le tendinopatie sono riferite soprattutto alla spalla, se si considera l’arto superiore, e al piede se si considera l’arto superiore, in particolare la fascite plantare. Anche la fascite è collegata per lo più, in questo campione, al sovrappeso e all’utilizzo di calzature di bassa qualità.

Una più dettagliata analisi delle fratture osservate nella ricerca rivela che le più ricorrenti nel campione sono le fratture delle falangi, seguite da quelle a carico di radio (32,4%), omero (15,2%) e tibia (21,2%).

Infine, l’artrite è risultata avere un’incidenza abbastanza elevata: l’età media dei soggetti che hanno ricevuto questa diagnosi è superiore ai 40 anni.
In questo campione vi sono però numerosi casi di artrite da gotta, patologia che sta aumentando la propria incidenza nei Paesi arabi, a causa della scarsa varietà alimentare.

Stefania Somaré