Alleanza contro le fratture da fragilità

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Le fratture da fragilità, con il loro costo annuo, pesano sulla sanità italiana come una manovra finanziaria: 9,4 miliardi di euro e nel 2030 diventeranno quasi 12 miliardi, aumentando del 26,2%.

Questo non è il solo dato negativo pubblicato di recente dalla International Osteoporosis Foundation, che consegna un quadro preoccupante dell’Italia: 4 milioni di over 50 sono colpiti da osteoporosi e si stima che solo nel 2017 si siano verificati in Italia 560.000 casi di fratture da fragilità (senza contare le numerose fratture vertebrali, che solo in piccola parte vengono diagnosticate o registrate). L’incidenza nei prossimi 10 anni aumenterà del 22,4%.

Si tratta di una condizione che causa una disabilità complessa, con un forte impatto sulla qualità della vita e gravi limitazioni funzionali, che aumenta il rischio di mortalità.

Questi dati e considerazioni hanno indotto sei società medico-scientifiche e quindici associazioni di pazienti a dare vita a FRAME®, un’alleanza il cui obiettivo è coinvolgere la classe politica e le istituzioni affinché adottino scelte di politica sanitaria e adeguate iniziative che consentano, attraverso nuovi modelli gestionali, di prevenire e contrastare efficacemente le fratture da fragilità.

Da questa alleanza è scaturito un Manifesto Sociale che raccoglie le istanze di tipo sanitario e le proposte organizzative che pazienti e società medico-scientifiche sollecitano con urgenza.

In un soggetto che ha subito una frattura da fragilità la possibilità di subirne una seconda entro due anni è di cinque volte superiore.

Alla base di questo aspetto si pongono alcuni fattori fondamentali: mancanza di dati certi, assenza di linee guida aggiornate, specie per quanto riguarda la prevenzione, e di modelli organizzativi per la gestione e la presa in carico dei pazienti sul territorio.
Ad aggravare la situazione si aggiungono l’aumento della popolazione anziana e il fatto che la fragilità ossea è spesso concomitante con alcune patologie croniche o indotta da trattamenti farmacologici che possono determinarla, complicando ulteriormente il quadro clinico, che coinvolge così diversi ambiti specialistici.

(Fonte: Report EU6-IOF Ossa spezzate, vite spezzate)

Una condizione patologica per la quale urge un protocollo diagnostico-terapeutico-assistenziale per la gestione delle persone a rischio fratture, che oggi devono confrontarsi con una inaccettabile complessità di regole per l’accesso alle terapie.

«La percentuale delle morti conseguenti alle fratture da fragilità è sovrapponibile alle morti da infarto», ha dichiarato il prof. Francesco Falez, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. «Però di prevenzione dell’infarto si parla molto a livello istituzionale, mentre di prevenzione delle fratture da fragilità non si parla affatto».

Affrontando il tema delle fratture da fragilità sul piano delle prospettive future e dell’epidemiologia, la prof.ssa Maria Luisa Brandi, Ordinario in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università degli Studi di Firenze e presidente della Fondazione Italiana Ricerca Malattie dell’Osso, ha sottolineato l’urgenza di intervenire.
«Se non si provvede subito per l’Italia ci sarà un conto salato: ci aspettiamo che nel 2030 si fratturino coloro che sono nati nei decenni del baby boom (’50 e ’60). Questo creerà problemi enormi a livello di costi per la riabilitazione, per le protesi e per le case di riposo per gli anziani. Dobbiamo agire, anche perché abbiamo farmaci che in quest’area prevengono le fratture fino al 70%».

(Fonte: Report EU6-IOF Ossa spezzate, vite spezzate)

Nel Manifesto Sociale, clinici e pazienti, oltre a porre in evidenza la dimensione del disagio prodotto da quella che potrebbe essere definita come la pandemia delle fratture da fragilità, hanno declinato in cinque punti le azioni indifferibili: riconoscerne la priorità, definirne le dimensioni, organizzare modelli di presa in carico, aggiornare le linee guida, aggiornare e semplificare i criteri per l’accesso ai trattamenti farmacologici e monitorare gli outcome: la ricetta (urgente) di clinici e pazienti per far fronte all’emergenza osteoporosi.

«Sono convinto sostenitore della collaborazione tra le associazioni di pazienti per esigenze transpatologiche», ha sottolineato Salvo Leone, presidente della European Federation of Crohn’s & Ulcerative Colitis Association e portavoce delle associazioni pazienti che hanno aderito all’alleanza FRAME®.