Nella pratica clinica quando si vuole valutare l’attività residua di un muscolo si utilizza l’elettromiografia.
Questo strumento è importante anche quando si deve realizzare una protesi mioelettrica, per lo più per amputati di arto superiore. Tra questi, negli Stati Uniti circa la metà abbandona l’uso di queste protesi a causa di limitazioni funzionali.

Un team di ricerca che unisce ingegneri, bioingegneri ed esperti in statistica della Volgenau School of Engineering della George Mason University (Fairfax, Virginia), medici del MedStar National Rehabilitation Hospital e della Hanger Clinic, sta sviluppando e valutando un nuovo sistema di controllo delle protesi che non utilizza l’elettromiografia, ma sensori indossabili che producono immagini ecografiche. Si parla di sono-miografia.

Siddhartha Sikdar, Associate Professor, Bioengineering (photo by: Ron Aira/Creative Services/George Mason University)

Secondo i ricercatori, questo sistema dovrebbe distinguere meglio tra i diversi compartimenti funzionali dell’avambraccio e sostenere quindi un migliore controllo non invasivo della protesi mioelettrica.
Per raggiungere l’obiettivo di creare un prototipo da testare in una ricerca clinica, i ricercatori devono prima sviluppare un sistema miniaturizzato di controllo sono-miografico e un algoritmo capace di classificare in tempo reale le immagini ottenute per attuare un controllo con alti gradi di libertà.

Il sistema dovrà poi essere posto a confronto con il controllo elettromiografico tradizionale: a tal fine, pazienti con amputazione a livello del radio saranno sottoposti a uno studio condotto con la realtà virtuale per misurare alcuni outcome clinici usando la Southampton Hand Assessment Procedure e il Clothespin Relocation Task.

La ricerca è finanziata dall’United States Department of Health and Human Services con un fondo di 3,633,133 dollari. Iniziata questo febbraio 2020, si dovrebbe concludere alla fine di gennaio 2025.
A condurre i lavori saranno Siddhartha Sikdar (nella foto), Parag Chitnis e Guoqing Diao.