Valenza riabilitativa della stimolazione elettrica non invasiva

headDai primi del ‘900 è noto che alcune aree del cervello, in particolare quelle parietali posteriori dell’emisfero sinistro di persone destrimani, sono coinvolte nella programmazione del movimento, ovvero stabiliscono i movimenti successivi nella sequenza corretta per effettuare un movimento complesso: per esempio salutare con la mano. Ebbene, grazie a uno studio condotto da Nadia Bolognini e Giuseppe Vallar del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e del Centro Neuroscienze NeuroMI, in collaborazione con Silvia Convento del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, di Elisabetta Banco e Luigi Tesio dell’Irccs Istituto Auxologico Italiano e di Flavia Mattioli degli Spedali Civili di Brescia, oggi si sa «che questa stessa area del cervello è plastica, la sua funzione può essere migliorata», afferma Vallar.

Questo significa che sottoponendo quest’area a stimolazioni elettriche non invasive – perché effettuate attraverso la scatola cranica, senza introdurre nel corpo elementi estranei attraverso la cute – è possibile intervenire sul movimento, migliorandolo tanto in soggetti sani quanto in soggetti affetti da aprassia ideomotoria a seguito di ictus che ha colpito l’emisfero sinistro e in particolare la corteccia parietale posteriore.

«Negli ultimi due anni abbiamo osservato che stimolazioni ben calibrate e direzionate all’emisfero sinistro del cervello di soggetti sani ne velocizzano i movimenti, mentre in soggetti con lesioni in queste aree producono un miglioramento transitorio della capacità di effettuare un movimento», prosegue Vallar. Interessanti le possibilità riabilitative, che devono però essere ancora studiate in modo approfondito, affiancando queste stimolazioni alla tradizionale riabilitazione fatta di esercizi ripetuti. Da precisare che non tutti i soggetti possono essere sottoposti a queste stimolazioni: per esempio «resta escluso dallo studio chi soffre di epilessia e grave cardiopatia», precisa ancora Vallar. In futuro questi stessi soggetti non potranno essere sottoposti a stimolazioni a fini riabilitativi, ma potranno comunque beneficiare della più tradizionale riabilitazione comportamentale.