Un guanto rende sensibile la protesi di mano

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Restituire agli amputati di arto superiore la possibilità di percepire gli oggetti è uno degli obiettivi della ricerca.
Un team statunitense (Min Ku Kim, Ramviyas Nattanmai Parasuraman, Liu Wang, Yeonsoo Park, Bongjoong Kim, Seung Jun Lee, Nanshu Lu, Byung-Cheol Min & Chi Hwan Lee, Soft-packaged sensory glove system for human-like natural interaction and control of prosthetic hands) ha fatto di più: ha sviluppato un guanto elettronico che offre alla protesi di mano un aspetto simile a quello della mano naturale (anche il calore e la morbidezza), oltre a restituire il senso del tatto al suo utilizzatore.

Nel suo insieme, il dispositivo consente al soggetto che lo indossa di tornare ad avere percezione del mondo che lo circonda.

Per funzionare, il guanto deve essere parte di un sistema più articolato, composto da un orologio da polso con un display che riporta la misurazione dei dati sensoriali e un trasmettitore remoto che invia gli stessi all’utente.

Il guanto contiene una serie di sensori flessibili in grado di registrare la pressione esercitata da un oggetto e la temperatura dello stesso.

Dal punto di vista strutturale, esso è costituito da una serie di circuiti elettrici stampati su un guanto in nitrile. Il dispositivo è poi trattato per sembrare una mano naturale: è possibile richiederlo con dettagli come impronte digitali e le unghie.

Il guanto è stato sviluppato dal prof. Chi Hwan Lee del Purdue’s College of Engineering in Illinois in collaborazione con altri ricercatori di Purdue, dell’Università della Georgia e di quella del Texas.

Un vantaggio interessante del dispositivo è che la sua produzione ha un costo adeguato e può essere realizzato in grandi volumi.

Stefania Somaré