Ulcere cutanee gravi. Cure costose e pochi centri

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Le ulcere cutanee rappresentano un problema di rilievo per la sanità italiana sia a livello economico sia a livello sociale. La spesa a carico del Ssn è elevata a causa dell’ingente impiego di farmaci, presidi medico-chirurgici e assistenza sanitaria; a tutto ciò si aggiunge il costo sociale legato al progressivo peggioramento della qualità di vita dei pazienti, che si trovano a fare i conti con un dolore continuo, forte e spesso non sedabile e a complicazioni come infezioni, necrosi dei tessuti e degenerazioni in gangrena con rischio di amputazione. Le ulcere cutanee interessano l’1-2% della popolazione dei Paesi industrializzati (in Italia sono circa 2 milioni) ma questo valore è destinato a crescere in futuro per il progressivo invecchiamento della popolazione. Il 50% dei malati è colpito in modo invalidante e il 75% non può permettersi cure adeguate perché ancora troppo costose: il livello scientifico raggiunto sulle conoscenze dei processi di riparazione tessutale non è alla portata di tutti i malati. «La medicazione va proseguita per mesi: l’ulcera è un problema che tende ad aggravarsi e che spesso è recidivo», spiega il dott. Gianluigi Rossi, referente del Centro di Assistenza Vulnologica e chirurgo plastico per il Nucleo Operativo Lesioni Cutanee dell’Asl 3 Genovese dell’Ospedale Villa Scassi. Quanto alle spese per la cura, tre quarti dei malati pagano le conseguenze della scarsa attenzione riservata dalla sanità alle ulcere, non potendosi permettere le cure perché troppo care, senza contare che in Italia non esiste una rete organica di strutture sanitarie territoriali e ospedaliere dedicate al trattamento delle ulcere cutanee. «Più del 53% dei pazienti impiega sei mesi prima di trovare una struttura sanitaria che si occupi della patologia. Gran parte delle Asl non ha strutture sanitarie dedicate», aggiunge il dott. Rossi. In Italia le strutture di eccellenza sono una decina, troppo poche per evitare la dispersione dei malati tra le varie realtà nella speranza di trovare quella in grado di risolvere il problema. Spesso, nell’attesa di una cura adeguata delle ulcere (in gran parte dei casi secondarie al diabete o a patologie che causano immobilità), sopraggiungono conseguenze più gravi. Va notato, però, che negli ultimi 3-4 anni in Italia è aumentata l’attenzione verso questi pazienti: il monitoraggio delle ulcere, specie negli anziani, è migliorato. «Tuttavia, si potrebbe migliorare ulteriormente la situazione», conclude il dott. Rossi, «creando poliambulatori specialistici sul territorio e portando le terapie anche a domicilio».