Grazie agli avanzamenti della medicina, ma anche a una maggiore consapevolezza rispetto agli stili di vita e all’importanza della relazione sociale, sempre più anziani invecchiano in buona salute e vogliono restare a casa propria, gestendosi in modo indipendente.
Per aiutarli a mantenere l’indipendenza di cui hanno bisogno, si possono avviare percorsi di terapia occupazionale che si basano su un uso riabilitativo-terapeutico di attività quotidiane.
Con l’avanzare della tecnologia e l’ampliamento della telemedicina, ci si è chiesti se anche i programmi di terapia occupazionale possano essere condotti a distanza.
In letteratura sono presenti vari studi incentrati su questo tema. Un team cinese li ha sistematizzati in una review, partendo da 1249 studi inizialmente individuati su PubMed, Web of Science, Embase, Scopus e la Cochrane Library, per arrivare a selezionarne 20 da analizzare. 13 di questi studi è stata condotta tra Usa, Canada e Austria, mentre i rimanenti tra Cina (2), Spagna (2), Inghilterra (1), Israele (1) e Svezia (1).
Dal momento che la terapia occupazionale può essere utilizzata con successo tanto con anziani in salute, quanto con quelli patologici, alcuni degli studi selezionati hanno come pazienti soggetti sani e altri soggetti con qualche specifica malattia, tra cui ictus, Parkinson e demenza.
Nell’insieme, la review conferma che la terapia occupazionale da remoto è in grado di monitorare le attività svolte dal paziente, offrendo suggerimenti riabilitativi ed educazione sanitaria tanto agli anziani che ai loro caregiver, lavorando nel contempo sul miglioramento della loro sicurezza domiciliare.
Gli autori hanno individuato cinque tematiche principali tra gli studi revisionati: valutazione occupazionale, intervento occupazionale, counseling riabilitativo, supporto ai caregiver e monitoraggio dell’attività svolta.
La review mette in evidenza la ricchezza dell’intervento a distanza del terapista occupazionale, in termini sia di focus dell’intervento stesso sia di modalità. Si può passare infatti dall’uso di telefonate nelle fasi di valutazione e monitoraggio, a quello di videoconferenze per vedere il paziente mentre opera o fornire consigli per rendere più sicura una abitazione, per arrivare all’ideazione di applicazioni mobile e all’uso di piattaforme teleriabilitative specifiche.
Anche se tra loro differenti per dimensione del campione studiato, modalità di intervento, focus e così via, tutti gli studi evidenziano l’efficacia della terapia occupazionale da remoto, che si mostra addirittura più efficace degli interventi tradizionali. Gli autori ipotizzano che la maggiore efficacia sia data da un mix di alcuni fattori.
Essere a casa propria offre agli anziani un vantaggio emotivo e di comfort notevole. In secondo luogo, lavorando da casa i pazienti possono avere un supporto dai caregiver. In questo senso, la terapia occupazionale da remoto diventa una terapia famigliare o di comunità.
Da ultimo, il monitoraggio delle attività può essere effettuato con maggiore efficacia, consentendo a uno specialista di intervenire solo quando necessario.
Infine, da aggiungere, l’approccio da remoto consente di proseguire con le terapie anche in situazioni, come quella pandemica, in cui l’anziano deve restare protetto a casa.
(Lo studio: Ding, J., Yang, Y., Wu, X. et al. The telehealth program of occupational therapy among older people: an up-to-date scoping review. Aging Clin Exp Res (2022). https://doi.org/10.1007/s40520-022-02291-w)
Stefania Somaré