Le revisioni di protesi sono interventi complessi associati a un alto tasso d’infezione, che varia tra il 3% e il 36% quando ci si riferisce alla revisione di grandi protesi.
Gestire queste infezioni è tutt’altro che semplice. Un team di ricerca tedesco ha allestito uno studio retrospettivo basato su casi d’infezione periprotesica trattati tra settembre 2013 e settembre 2019 nel loro ospedale (Ghanem M, Schneider I, Zajonz D, Pempe C, Goralski S, Fakler JKM, Heyde CE, Roth A. Management of Modular Mega-Implant Infection of the Lower Extremity. Z Orthop Unfall. 2021 Feb 4. English. doi: 10.1055/a-1340-0890. Epub ahead of print. PMID: 33540460).
Il periodo medio di follow-up per questi pazienti è stato 18 mesi, gli autori hanno valutato gli esiti di una terapia antibiotica e poi i casi di reinfezione e ricorrenza dopo un periodo di sospensione.
Su 200 pazienti operati per endoprotesi nel periodo di riferimento, 26 hanno sviluppato infezione: 2 nel primo mese, mentre i rimanenti tra le 10 settimane e i 6 anni dopo l’intervento.
Nel 73,1% dei casi, l’infezione ha coinvolto pazienti sottoposti a revisione di protesi per perdita di massa ossea nelle zone periprotesiche legata all’età; dei rimanenti 7 casi, uno riguardava in paziente sottoposto a revisione per un tumore all’osso, 4 per fratture periprotesiche e 2 per allentamento asettico.
Tutte le infezioni sono state trattate prima chirurgicamente per eliminare le componenti infette e poi con trattamento antibiotico per un periodo non superiore a 6 settimane.
Le analisi delle diverse modalità di intervento confermano la mancanza di un gold standard da seguire: come conseguenza, occorre rioperare ed effettuare una terapia antibiotica, ma gli autori si augurano che ulteriori studi possano standardizzare il trattamento di questi soggetti, senza però dimenticare la componente personale.
Come in tanti altri ambiti, infatti, anche in questo ogni paziente è a sé e questo non deve essere dimenticato nella ricerca di una linea guida univoca e condivisa.
Stefania Somaré