Per poter costruire un tessuto ingegnerizzato, come per esempio un osso, è necessario avere a disposizione una matrice extracellulare decellularizzata (ECM), all’interno della quale far crescere le cellule. Attualmente, esistono ECM costruite con la stampa 3D, ma hanno il limite di essere poco biocompatibili e sicure, quindi non possono essere usate nella pratica clinica.
Un team cinese ha verificato la biocompatibilità, sicurezza e capacità funzionale di un ECM stampato in 3D partendo da una matrice cellulare autologa e ideato una strategia di stampa 3D apposita, chiamata MLC-3DP. Si tratta di un metodo che consente di selezionare la forma della matrice da stampare, il materiale specifico e anche la specificità delle cellule, per un vero risultato paziente-specifico. In questo impianto le cellule si possono differenziare da sole in osteoblasti, senza bisogno di aggiungere altri fattori.
Lo studio, dal titolo “Multi-level customized 3D printing for autogenous implants in skull tissue engineering”, è stato pubblicato nella sezione “Accepted Manuscipt” della rivista Biofabrication.