Fino a oggi l’ipotesi più accreditata per spiegare la sindrome dell’arto fantasma era che il dolore sia legato a un maladattamento della plasticità della corteccia sensomotoria, che si tradurrebbe in un degrado della rappresentazione neurale della gamba persa.

Uno studio sembra portare nuovi orientamenti in materia (Therrien AS, Howard C, Buxbaum LJ. Aberrant activity in an intact residual muscle is associated with phantom limb pain in above-knee amputees. J Neurophysiol. 2021 May 5. doi: 10.1152/jn.00482.2020. Epub ahead of print. PMID: 33949884).

Condotto negli Stati Uniti dal Moss Rehabilitation Research Institute, dal Duke Center for Cognitive Neuroscience della Duke University e dalla Thomas Jefferson University, lo studio evidenzia che il dolore all’arto fantasma è correlato a un’attività elettromiografica aberrante nei muscoli residui, il che sembra indicare come in questi soggetti avvenga una ri-targetizzazione delle proiezioni efferenti dei muscoli residui.

Gli autori hanno studiato l’attività elettromiografica del muscolo vasto laterale in pazienti con amputazione transfemorale durante movimenti ciclici del piede fantasma, confrontandola con l’attività del piede nativo.
Si è così visto che il movimento del piede fantasma si associa a un’attività eletromiografica maggiore rispetto a quello che accade nel piede nativo.
Inoltre, la grandezza dell’attività del muscolo vasto laterale correla positivamente con il dolore dell’arto fantasma.

Stefania Somaré